Teheran, Delhi e Islamabad fronteggiano l’invasione di cavallette

La locusta del deserto è considerata la più “distruttiva” peste migratoria al mondo. Un singolo sciame può contenere sino a 80mila esemplari. Fao: rischio “accresciuto” al confine fra India e Pakistan. Un disastro che si somma all’emergenza coronavirus e ai cicloni stagionali. Allo studio un piano comune fra i tre Paesi.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Teheran, Delhi e Islamabad stanno elaborando un piano comune per fronteggiare l’invasione di cavallette che rischia di vanificare i raccolti e mettere in pericolo le fonti di sostentamento di un’intera regione già alle prese con la pandemia di Covid-19. La locusta del deserto, infatti, è considerata la più “distruttiva” peste migratoria al mondo e un singolo sciame, che copre un chilometro quadrato, può contenere fino a 80 milioni di esemplari. Nei giorni scorsi la Fao (l’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura) ha parlato di un “rischio accresciuto” al confine fra India e Pakistan. 

In queste ore l’India, colpita giorni fa anche dal devastante passaggio del ciclone Amphan sulla costa orientale, è in attesa di risposta dal governo pakistano per una azione comune contro la minaccia. L’Iran ha invece già dato il proprio assenso al piano, che include fra gli altri la fornitura di un pesticida per uso aereo, il Malathion, da riversare sulle popolazioni di locuste che hanno invaso le province sud-orientali del Sistan-Baluchestan e di South Khorasan.

Il piano è frutto di alcuni rapporti dettagliati emersi nell’ultimo periodo, secondo i quali “sciami di parassiti distruttivi” si stanno dirigendo verso l’India, dopo essersi sviluppati e cresciuti nelle provincie iraniana e pakistana del Baluchistan. Fonti del ministero iraniano dell’Agricoltura confermano la richiesta di aiuto inviata per il secondo anno consecutivo all’esercito, per un contributo nella lotta contro l’invasione nel sud del Paese che minaccia di distruggere raccolti per un valore di almeno sette miliardi di dollari.

Gli sciami di locuste minacciano anche il bestiame, mettono in pericolo le comunità pastorali e possono avere un impatto negativo sull’industria del turismo già in ginocchio a causa del nuovo coronavirus. Mohammad Reza Mir, portavoce del ministero, sottolinea che oltre finora le cavallette del deserto hanno attaccato oltre 200mila ettari di frutteti e di terreni agricoli in sette delle 31 province della Repubblica islamica. Egli ringrazia l’esercito “per il grande aiuto”, soprattutto a livello logistico e nella fornitura di mezzi speciali. 

Il fenomeno non è nuovo nell’Africa orientale e nell’Asia occidentale, ma quest’anno ha assunto proporzioni persino superiori a quelle già allarmanti del 2019. Nel continente africano si è registrata la peggiore invasione degli ultimi 70 anni, che ha colpito 23 nazioni. Secondo i dati della Banca mondiale, che ha già stanziato 500 milioni in aiuti, i danni complessivi potrebbero ammontare sino a 8,5 miliardi di dollari per il 2020. 

Tra gli Stati indiani colpiti dall’invasione di cavallette vi sono il Rajasthan nel nord-ovest, il Punjab a nord, il Gujarat a ovest e il Madhya Pradesh al centro. L’allarme riguarda anche il territorio della capitale. In Pakistan le locuste hanno già divorato quantità considerevoli di raccolti in oltre 60 distretti provinciali, incluso il Baluchistan nel sud-ovest. Il Paese sta intensificando gli sforzi per contrastare il fenomeno attraverso sistemi di controllo dei parassiti, compresi gli aerei. Nella vicina India le persone sono ricorse anche a metodi più “artigianali” come battere gli utensili per fare rumore e far suonare musica ad alto rumore per spaventare i parassiti.

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