PAPA FRANCESCO SAPEVA TUTTO?

La domanda vera: il Papa sapeva tutto? Memoriale del Nunzio Viganò. Stralcio 2\2

Continuiamo  e terminiamo  la pubblicazione di alcuni stralci della Testimonianza dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò pubblicati ieri sulla stampa e di cui si è occupata Mil (QUIQUI e QUI). 
QUI il testo integrale del memoriale.
Nefandezze orrende coperte fino alle massime cariche.
L'attuale gestione della Chiesa, anche a Roma, ci pare da cambiare in buona parte.
E se ne sta accorgendo anche una parte della stampa mondiale,  e americana in particolare (vedere QUI MiL). Anche se in Italia anche oggi (QUI) un altro caso simile di un sacerdote.
Non praevalebunt.
L
SECONDA PARTE
La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo, disposto a confermarli sotto giuramento chiamando Dio come mio testimone.
Negli ultimi mesi del suo pontificato papa Benedetto XVI aveva convocato a Roma una riunione di tutti i Nunzi Apostolici, come avevano già fatto Paolo VI e S. Giovanni Paolo II in più occasioni. La data fissata per l’Udienza con il Papa era venerdì 21 giugno 2013. Papa Francesco mantenne questo impegno preso dal suo predecessore. Naturalmente anch’io venni a Roma da Washington. Si trattava del mio primo incontro con il nuovo papa eletto solo tre mesi prima dopo la rinuncia di papa Benedetto.
La mattina di giovedì 20 giugno2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata. Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”.
[...]
Il giorno dopo ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione di chiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato. 
[...]
Al termine dell’Udienza il papa annunziò: “Chi di voi domenica prossima è ancora a Roma è invitato a concelebrare con me alla Domus Sanctae Marthae”. Io naturalmente pensai di restare per chiarire quanto prima cosa il papa aveva inteso dirmi.
[...]
Iniziai io la conversazione, chiedendo al papa che cosa avesse inteso dirmi con le parole che mi aveva rivolto quando l’avevo salutato il venerdì precedente. Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse: “Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra – ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.
Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no.
[...]
Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: “Il Card. Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla George Town University e l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.
Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiaga era diventato il kingmaker per le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi. Per giunta, nominò il brasiliano Ilson de Jesus Montanari - il grande amico del suo segretario privato argentino Fabian Pedacchio - Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi e Segretario del Collegio dei Cardinali, promuovendolo in un sol balzo da semplice officiale di quel dicastero ad Arcivescovo Segretario. Cosa mai vista per un incarico così importante!
Le nomine di Blase Cupich a Chicago e di William Tobin a Newark sono state orchestrate da McCarrick, Maradiaga e Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.
Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.
[Cupich]  ha ignorato “candidamente” che i risultati di quell’indagine furono totalmente smentiti dai successivi Rapporti indipendenti del John Jay College of Criminal Justice del 2004 e del 2011, in cui si concludeva che nei casi di abusi sessuali l’81% delle vittime erano maschi. Infatti, P. Hans Zollner, S.J., Vice-Rettore della Pontificia Università Gregoriana, presidente del Centre for Child Protection, Membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori, ha recentemente dichiarato al giornale La Stampa, che “nella maggior parte dei casi si tratta di abusi omosessuali”.
Anche la nomina poi di McElroy a San Diego fu pilotata dall’alto, con un ordine perentorio cifrato, a me come Nunzio, dal Card. Parolin: “Riservi la sede di San Diego per McElroy”. Anche McEnroy ben sapeva degli abusi commessi da McCarrick, come risulta da una lettera indirizzatagli da Richard Sipe il 28 luglio 2016.
A questi personaggi sono strettamente associati individui appartenenti in particolare all’ala deviata della Compagnia di Gesù,
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P. James Martin, S.J., osannato dai personaggi sopra menzionati, in particolare da Cupich, Tobin, Farrell e McEnroy, nominato Consultore del Dicastero per le Comunicazioni, noto attivista che promuove l’agenda Lgbt, prescelto per corrompere i giovani che si raduneranno prossimamente a Dublino per l’Incontro mondiale delle Famiglie, non è se non un triste recente esemplare di quell’ala deviata della Compagnia di Gesù.
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Ormai i fedeli hanno ben capito la strategia di Maradiaga: insultare le vittime per salvare se stesso, mentire ad oltranza per coprire una voragine di abusi di potere, di cattiva gestione nell’amministrazione dei beni della Chiesa, di disastri finanziari anche nei confronti di intimi amici, come nel caso dell’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares, già Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.
Nel caso del già vescovo ausiliare Juan José Pineda, dopo l’articolo apparso sul settimanale L’Espresso nel febbraio scorso, Maradiaga aveva dichiarato al giornale Avvenire: «È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto». Ora, di Pineda si è pubblicato unicamente che le sue dimissioni sono state semplicemente accettate, facendo così sparire nel nulla qualsiasi eventuale responsabilità sua e di Maradiaga.
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In Honduras si sta per ripetere uno scandalo immane come quello in Cile. Il papa difende ad oltranza il suo uomo, il Card. Rodriguez Maradiaga, come aveva fatto in Cile con il vescovo Juan de la Cruz Barros, che lui stesso aveva nominato vescovo di Osorno, contro il parere dei vescovi cileni. Prima ha insultato le vittime degli abusi, poi solo quando vi è stato costretto dal clamore dei media, dalla rivolta delle vittime e dei fedeli cileni ha riconosciuto il suo errore e si è scusato, pur affermando che era stato mal informato, provocando una situazione disastrosa nella Chiesa in Cile, ma continuando a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati.
Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso. Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.
Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere.
Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdoti. Occorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit. “Il problema degli abusi del clero – ha scritto – non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”. Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.
Imploro tutti, in particolare i Vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza.
Ascoltiamo il messaggio più potente che ci ha lasciato in eredità S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! Non abbiate paura!
[...]
Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati dagli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie.
Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 agosto 2018 ha pronunciato queste parole: “Ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto… Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”. Se questa giustamente è da considerarsi una grave responsabilità morale per ogni fedele, quanto più grave lo è per il supremo pastore della Chiesa, il quale nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa!
Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.
In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.
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Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui!
Rinnoviamo tutti la fede nella Chiesa nostra madre: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica!”
Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito!
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Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!
Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!
Roma, 22 Agosto 2018
Beata Maria Vergine Regina

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