CHE COSA STA ACCADENDO AL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO?
CHE COSA STA ACCADENDO AL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO? MAI COME OGGI SATANA AVEVA INSIDIATO IL PAPATO
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Non si può escludere, al riguardo, che Papa Francesco attualmente sia tentato dal Demonio, maestro di quella superbia che porta all’eresia.
Ciò potrebbe spiegare i frequenti richiami del Papa alla lotta contro
il Demonio, cosa inusuale nei Papi, almeno degli ultimi secoli,
soprattutto per le istruzioni concrete che il Pontefice impartisce, cosa
che fa pensare che egli parli per esperienza diretta. Ciò è
particolarmente notevole nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exultate.
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Se una persona che stimiamo e amiamo
comincia a dar segni di infedeltà nei confronti di quei valori per i
quali la stimiamo e la amiamo, ovviamente non possiamo non preoccuparci,
domandarci da cosa può dipendere questa decadenza e cosa possiamo fare
per rimediarvi. Sentimenti simili proviamo noi cattolici nei confronti
del Santo Padre, che con un certo crescendo, dà segni preoccupanti di
non compiere il proprio dovere di Sommo Pastore della Chiesa.
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Comportamento e idee di Papa Francesco
oggi piacciono a grandi folle, pastori e teologi attaccati a questo
mondo e ad un cattolicesimo sedicente progressista, ma in realtà
modernista, nonché ad ambienti non cattolici.
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Non che il Papa insegni l’eresia, ma
tuttavia egli cammina sul ciglio del burrone. Ma che cosa gli è
successo? La risposta è semplice: si è lasciato prendere dal gusto del
potere. Tutto il mondo, quindi, sembra dover dipendere dalla sua parola e
dalla sua volontà. I suoi fans vorrebbero convincerlo che non
c’è dogma, non c’è sacramento, non c’è tradizione, non c’è legge morale,
non c’è istituzione della Chiesa e dello Stato, che egli non possa
cambiare a sua volontà, ritenendosi sempre sotto l’influsso dello
Spirito Santo.
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Un caso mai successo nella storia della Chiesa
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Ma dov’è il Papa custode,
interprete e difensore del deposito della fede, supremo annunciatore
del Vangelo, Sommo Sacerdote dispensatore dei sacramenti, zelante padre,
giudice e medico delle anime, guida nelle vie della santità verso il
regno dei cieli, garante dell’ordine, del diritto, della giustizia,
della libertà, del progresso e della pace nella Chiesa, luce delle genti
e salvezza del mondo?
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Non si può escludere che Papa Francesco sia tentato dal Demonio,
maestro di quella superbia che porta all’eresia. Ciò potrebbe spiegare i
frequenti richiami del Papa alla lotta contro il Demonio, cosa del
tutto inusuale nei Sommi Pontefici, almeno degli ultimi secoli,
soprattutto per le istruzioni concrete che il Pontefice impartisce, cosa
che fa pensare che egli parli per esperienza diretta. Ciò è
particolarmente notevole nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exultate [testo QUI].
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In realtà è mia convinzione che mai nella storia Satana abbia sferrato contro il papato
un attacco così violento e insidioso, e proprio riguardo l’ufficio più
importante del Papa, che è la custodia della dottrina della fede. Tale
attacco contro Papa Francesco è il culmine di un’azione che Satana ha
istigato nella Chiesa a partire dall’immediato post-concilio, col
suscitare un rinnovato modernismo, soprattutto nel rahnerismo, sotto
pretesto del rinnovamento conciliare.
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E così il potere delle tenebre ha ingannato l’episcopato,
instillando in esso la illusoria convinzione che non fosse più
necessario vigilare contro le eresie, e che il tempo delle eresie e
della loro relativa condanna fosse cessato grazie al clima di dialogo
avviato dal Concilio ed alla messa in opera della raccomandazione di San
Giovanni XXIII di cercare ciò che unisce e non ciò che divide. Senonché,
tale utile avviso, che serve a creare la pace e la concordia, fu inteso
come invito a disinteressarsi delle eresie, dalle quali appunto nascono
le divisioni. L’esortazione del Santo Pontefice a non dividere fu
intesa come incitamento a non tener conto e quindi a non eliminare ciò
che divide.
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In tal modo il rinato modernismo,
non represso per tempo dai vescovi, in questi cinquant’anni si è
accresciuto continuamente, fino a penetrare negli anni Ottanta nelle
Facoltà Pontificie e, con Papa Benedetto XVI, nella stessa Santa Sede.
In questo periodo di tempo il papato si è visto progressivamente eroso e
indebolito nella lotta al modernismo per il mancato appoggio dei
vescovi, tra i quali cominciò a penetrare l’astuto rahnerismo, finto
sostenitore dell’episcopato, mentre in realtà lo mette contro il Papa e
lo asservisce alle voglie del laicato. In tal modo, nonostante il
valente Cardinale Josef Ratzinger alla Congregazione per la dottrina
della fede, critico personalmente di Rahner, questa stessa Congregazione
non ebbe mai la forza di condannarlo. Solo San Giovanni Paolo II nel
1993 nell’enciclica Veritatis Splendor [nn. 65-67, testo QUI] riuscì a condannare la sua dottrina morale, ma solo la sua dottrina morale.
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Un Papa peccatore ma non eretico
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Diciamo però con chiarezza: non
può verificarsi il caso di un Papa eretico. Qualunque cattolico, dal
Segretario di Stato in giù può essere eretico, all’infuori del Papa.
L’esistenza, quindi l’essenza della Chiesa, sacramento universale di
salvezza, nella sua propria immutabile ed indistruttibile identità e
santità voluta e garantita da Cristo, dipende originariamente in ultima
istanza dall’insegnamento dogmatico del Papa. Per questo il Concilio di
Firenze del 1442 insegna che chi disobbedisce o si ribella al Papa va
all’Inferno. Non aveva torto Bonifacio VIII nel dire che l’autorità del
Papa è la suprema fra tutte quelle che esistono nella terra, comprese
quelle temporali, in forza del detto di Cristo «ogni potere mi è stato
dato in cielo e in terra» [Mt 28,18].
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Al riguardo, però, un Pontefice può peccare
di temporalismo o attaccamento al potere in due modi: o con la pretesa
di dirigere politicamente dall’alto del suo potere spirituale gli affari
temporali, intromettendosi in essi e togliendo ai governanti politici
la loro autonomia, oppure impostando l’intero ministero pontificio su di
una linea meramente temporale o politica, o al massimo antropologica,
lasciando in ombra il ministero apostolico e spirituale. E questo,
purtroppo, è il difetto di Papa Francesco.
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Non è mai successo in tal misura nella storia della Chiesa
sia la presenza in essa di eretici che restano impuniti, sia la
persecuzione dei fedeli da parte di queste correnti ereticali occupanti
posti di potere. Certo nella Chiesa gli eretici ci sono sempre stati, ma
essi venivano regolarmente espulsi o essi stessi dichiaravano
francamente di non considerarsi più cattolici.
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Il Papa non dovrebbe offendersi per
le critiche a lui rivolte. Volendo rifarsi, sembra, all’esempio di
Cristo, che venne criticato dai farisei, egli con troppa facilità si
sente in ciò simile a Cristo considerando senz’altro farisei quelli che
lo criticano e giunge quasi a vantarsi di esser criticato. Sì, certo,
c’è un certo farisaismo nelle critiche che gli fanno alcuni. Tuttavia,
egli dovrebbe saper distinguere le critiche malevole basate su ingiusti
pregiudizi nei suoi confronti, da quelle giuste e ragionevoli, delle
quali invece dovrebbe tener conto, per non mostrarsi orgoglioso e
permaloso.
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Ma la grazia, comunque, in questa emergenza drammatica,
raggiunge tutti nella Chiesa, vescovi e Papa compresi, per mezzo dei
laici, semplici fedeli, giornalisti, intellettuali, uomini politici,
scrittori, filosofi, teologi, profeti e mistici. Non mancano presbìteri e
religiosi. Tuttavia,
la Chiesa è indistruttibile, nonostante le potenze dell’Inferno si
accaniscano continuamente contro di essa. Se le cose continuano così,
dobbiamo attenderci la conversione del Papa e dei vescovi grazie
all’azione ed alla preghiera del Popolo di Dio.
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Tutti i membri della Chiesa terrena, il
Papa incluso, finché vivono quaggiù, per quanto santificati nella
Chiesa, corrono sempre il rischio di perdersi. Essi, per santificarsi,
devono essere in comunione con la Chiesa, compreso il Papa, perché essa è
santa e sorgente della santità, animata dallo Spirito Santo. Il Papa
fruisce di quella santità della Chiesa che egli stesso amministra nei
sacramenti per mandato di Cristo. E il piccolo esercito dei laici
profetici, che salverà la Chiesa, dovrà anch’esso ovviamente alimentarsi
ai sacramenti, nella amministrazione dei quali il sommo sacerdote è il
Papa.
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Comunione con la Chiesa dunque vuol dire comunione col Papa,
anche se questi può essere in peccato mortale e come tale interiormente
fuori della Chiesa. Eppure il Papa, anche in queste deprecabili
condizioni, resta sempre come Capo della Chiesa, principio della
comunione ecclesiale, almeno giuridica.
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Sbagliano pertanto quelli che parlano di un Papa ”scismatico”.
Si vede che non sanno che cos’è uno scisma. Esso è sì il separarsi
dalla Chiesa, ma con ciò stesso dal Papa. Ora, il Papa evidentemente non
si può separare da se stesso, né può scomunicare se stesso. Il Papa è
l’unico cattolico che non può essere scomunicato. Qui però si tratta di
un fatto giuridico di foro esterno. Ciò non impedisce che un Papa sia
fuori della Chiesa in foro interno, in quanto in stato di peccato
mortale. Se la Chiesa è santa, chi non è santo non può appartenere alla
Chiesa nell’anima, ma semmai solo col corpo. O semmai per un mero fatto
giuridico-funzionale. Può continuare a fare il Papa, ma certo non lo
farà come deve.
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È possibile che queste considerazioni
abbiano condotto Papa Francesco ad un serio esame di coscienza e ad un
inizio di ravvedimento, dal quale sono scaturiti due importanti
documenti, quasi programmatici, che sembrano il segno di una risalita.
In questi due documenti, il primo della Congregazione per la dottrina
della fede, la Lettera Deo placuit, [testo, QUI] il secondo la Costituzione apostolica Gaudete et exultate [testo QUI],
sembra di dover rintracciare addirittura una nuova partenza o una nuova
impostazione del pontificato di Papa Francesco, più aderente ai suoi
doveri specifici ed insostituibili.
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Par di cogliere in Francesco I una
chiara e decisa presa di coscienza. Si ha l’impressione ch’egli cominci
ad afferrare sul serio e con decisione il senso autentico ed originale
del suo essere Papa. Si ha come l’impressione di leggere nei due
documenti i tradizionali “propositi” al termine di un corso di esercizi
spirituali; e qui appare il Gesuita. Come se Francesco dicesse a se
stesso: “adesso voglio cominciare a fare sul serio”. Un
discorso che Francesco fa più per la sua anima di Successore di Pietro
che non per la Chiesa sua Sposa, oggi cosi sofferente per i tradimenti
dello Sposo. Un discorso programmatico per il Maestro [Deo placuit] e per il Pastore [Gaudete et exultate].
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Preghiamo per lui, perché, come dice il Papa nella Gaudete et exultate, siamo sempre in tempo a darci completamente a Dio.
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Varazze, 24 aprile 2018
http://isoladipatmos.com/che-cosa-sta-accadendo-al-sommo-pontefice-francesco-mai-come-oggi-satana-aveva-insidiato-il-papato/
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