“CHIESE PROIBITE PER USI PROFANI “. FIRMATO UN VESCOVO

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“Il mio tempio è una casa di orazione”: partendo dalla frase del Vangelo il cardinale arcivescovo di Valencia, Antonio Llovera Canizares, ha scritto qualche giorno fa una lettera ai sacerdoti della sua diocesi per indicare come si possa – e soprattutto come non si possa – usare una chiesa. È un argomento particolarmente attuale e interessante, soprattutto da noi, dove l’abitudine – la moda? – di usare le chiese per allestire pranzi e cene, e altri usi ancora, sta dilagando come la Nuova BQ sta mostrando da settimane con la campagna #salviamolechiese. Un fenomeno di imitazione cominciato con la mensa in San Petronio durante la visita del Pontefice, e che si è diffuso qua e là anche altrove; nonostante in moltissimi casi non siano certo i locali a disposizione che mancano alle chiese e alle diocesi…E il card. Canizares raccomanda anche di ricevere l’eucarestia in ginocchio e in bocca, anche se è permesso ricevere l’ostia nella mano.
“Cari fratelli sacerdoti, cari tutti: vi scrivo questa lettera con tutto l’affetto a la preoccupazione e il massimo interesse affinché i templi – cattedrale, basiliche, chiese parrocchiali, cappelle, eremitaggi con culto abituale –siano case di orazione e non si trasformino, o non le convertiamo in luoghi profani”.
Il porporato inizia raccomandando il silenzio, dovuto ai luoghi sacri, e ricorda come sin da bambino gli sia stato insegnato dai genitori a mantenere il silenzio in chiesa. Un silenzio che, osserva, “si vede alterato con troppa frequenza e indebitamente nel rito della pace, così come alla fine della celebrazione, o all’ingresso nel tempio”.

https://benedettoxviblog.wordpress.com/2018/01/26/chiese-proibite-per-usi-profani-firmato-un-vescovo/

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