Gesù, mai come oggi pietra di inciampo.

Nel Vangelo, negli Atti degli Apostoli, nella Lettera ai Romani e nella Lettera agli Efesini, Gesù è presentato come una pietra piuttosto ingombrante, anzi indigesta,  soprattutto per i Cristiani dall’animo sepolcrale. Si tratta infatti di una pietra, appunto Gesù, che è d’inciampo, di scandalo, e quindi scartata dagli insipienti costruttori. Ma nelle medesime e non contestualizzabili Sacre Scritture tale pietra, sempre Gesù, è detta testata d’angolo o pietra angolare, che più precisamente è la pietra d’apice o chiave di volta della quale, nel costruire il tempio, non si può fare a meno.

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 Ora, non proprio delicatamente, la Parola di Dio avverte che «chiunque cadrà su tale pietra si sfracellerà (confringetur) e a chi cadrà addosso lo stritolerà (conteret)». Difficile poter fruire nelle moderne omelie, spesso melensi, qualche illuminante commento su tale brano del Vangelo che ci parla di tale Pietra tanto indispensabile quanto pericolosa, anche perché ci vorrebbero sacerdoti, vescovi e papi illuminati nei quali, allo stato attuale del “misericordioso” corso ecclesiale, non sembra ci si possa imbattere tanto facilmente. Ed anzi, proprio nelle file di coloro che dovrebbero essere i pastori fanno bella mostra di sé ormai troppi branchi di lupi che,  indisturbati, disorientano il gregge per avviarlo verso il precipizio di “un mondo migliore”, in cui tutte le schifezze di cui è capace la nostra decaduta natura umana vengono misericordiosamente comprese, compatite e infine giustificate.
È appena il caso di precisare che il Cristiano degno di tale nome mediterà spesso
con profonda e rinnovata fiducia sull’argomento Gesù/Pietra nella sua quadruplice valenza: 1)pietra d’apice o chiave di volta; 2) pietra d’inciampo o di scandalo; 3) pietra scartata; 4) pietra sfracellante o stritolante; valenza che mantiene intatta la sua verità, dato che è rivelata dalla Parola di Dio, ad onta dell’inqualificabile sorriso ecumenista (ecumenista, non ecumenico) col quale la massa sepolcrale delle pecore, disorientata dai lupi e impastata di pavido pacifismo, la lascia nel dimenticatoio.
Il Cristiano degno di tale nome, invece, scruterà attentamente se stesso per riconoscere quante volte, alla stregua degli incompetenti costruttori, o, il che è lo stesso, dei lupi, ha scartato e continua a scartare la pietra d’apice o chiave di volta che assicura l’equilibrio e la stabilità del tempio fatto di pietra, come anche, e soprattutto, del tempio fatto di carne qual è l’uomo, come ci ricorda san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi.

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Come ben mostra la figura, al modo che la pietra d’apice o chiave di volta è mediatrice e punto di equilibrio dei pesi contrapposti nell’arte del costruire il tempio, così Gesù è il Mediatore dei conflitti tra gli esseri umani. Pertanto non si capisce, o forse si capisce benissimo! dove voglia andare a parare il moderno ecumenismo, tutto sommato provvidenzialmente fallimentare, dal momento che nel “dialogo” con ebrei e mussulmani la Pietra/Gesù è regolarmente scartata. Di fatto, alla massa sepolcrale dei misericordiosi benpensanti, dalle cui labbra livide non esce altro che la solita e consunta invocazione di “pace” (parola ultra inflazionata), sembra normale che, sebbene vicario di Gesù Cristo, nessun papa recatosi in sinagoga abbia osato pronunciarne il nome (una sorta di ritorno davanti a Caifa?), mentre nella moschea Egli sia considerato al più un grande profeta, figura abissalmente lontana dal Figlio di Dio e Dio Egli stesso, sicché questo dio ecumenista se ne resta ignoto nelle menti sepolcrali degli ecumenisti cristiani, ovviamente più interessati ad un fantomatico “ciò che unisce” piuttosto che ad un chiaro ma scandaloso “ciò che divide”, ossia a Gesù in quanto pietra d’inciampo. E già: gli ecumenisti vanno cianciando di una non ben definita panacea dei conflitti umani – un dio di tutti e di nessuno – che sarebbe, secondo il loro delirio, superiore a Gesù, che invece, in quanto Dio e Uomo è l’unico Mediatore possibile dell’«ut unum sint»: affinché tutti siano uno.
È quindi di basilare importanza che il Cristiano s’interroghi su quale immagine della pietra ha improntato o cerca di improntare il suo vivere: se su quella della chiave di volta e conseguentemente della pietra d’inciampo: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia», oppure su quella della pietra scartata e conseguentemente della pietra che sfracella o stritola, riconoscendo con onestà che si tratta di due immagini antitetiche di fronte alle quali ogni “discernimento”, nuova invenzione dell’attuale lupesco corso ecclesiale, è semplicemente ridicolo.
Ora, sempre rispettando l’interezza del Vangelo, pena il prendere lucciole per lanterne, ci troviamo davanti a Gesù che avverte imperativamente: «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Dice «davanti agli uomini» («coram hominibus») quindi davanti all’umanità tutta che è l’Ecumene, la cui pietra d’apice o chiave di volta è appunto Gesù vero Dio e vero Uomo che nessun’altra religione può vantare, e non l’ignoto dio ecumenista, come quello che incombe sghignazzante sugli incontri interreligiosi di Assisi nei quali, rigorosamente scartata, è la Pietra/Gesù. E dire che san Paolo, senza guardare in faccia a nessuno non si peritava di proclamare: «noi predichiamo Cristo crocifisso».
L’imperativo indubbiamente tremendo di Gesù, che è Dio, è evidentemente non opinabile, non contestualizzabile, non suscettibile di “discernimento” e di “dialogo”: riconoscimento o rinnegamento: tertium non datur. Ma questo risulta indigeribile alla massa sepolcral-pacifista delle cristiane pecorelle benpensanti, misericordiosamente infinocchiate dai lupi ecumenisti.  
 Enrico Salvi 
http://blog.messainlatino.it/2017/05/gesu-mai-come-oggi-pietra-di-inciampo.html

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