Controvirtù del pontificato attuale?
Siamo rimasti incerti per settimane se pubblicare questo articolo degli amici di Libertà e Persona per timore che le dolorose riflessioni non fossero rispettose vergo la figura del S. Padre regnante.
Abbiamo poi deciso di farlo, pensando che certi aspetti di questo pontificato hanno il dovere di essere messi in luce.
L
10-5-2017
Nonostante ormai sia evidente che, se l’ “effetto Bergoglio”
c’è, è il contrario di quello che proponeva, alcuni anni fa, il
professor Massimo Introvigne (i fedeli a messa non aumentano ma
diminuiscono), forse cercare di capire perchè la chiesa oggi sia così
divisa può avere un significato. A costo di comparire nuovamente in una
delle liste di proscrizione stilate
dai nuovi papisti di Repubblica, Corriere della sera, Stampa, Espresso…
tutti giornali arruolati nella difesa ad oltranza di Bergoglio, almeno
quanto erano attivi nell’attacco sistematico a Benedetto, proverò ad
analizzare alcune delle evidenti virtù di Bergoglio, all’origine del
malessere di moltissimi cattolici.
La prima virtù è la prudenza,
soprattutto quando si parla di questioni politiche. Alcuni giorni
orsono Bergoglio ha dichiarato che lo Stato italiano gestisce nientemeno
che “campi di concentramento” per migranti. Dove abbia potuto
ricavare una simile notizia, piuttosto sconvolgente, non è dato saperlo.
Ma non è certo la prima volta che Bergoglio fa dichiarazioni clamorose,
magari aggiungendo frasi come “a quanto mi hanno detto“, “se è vero quello che mi hanno detto“…
La prudenza diventa esemplare nei viaggi sull’aereo:
dopo ogni viaggio, Bergoglio parla di tutto, a braccio, generando
equivoci su equivoci, creando ogni volta il panico. Se poi il tema è
politico, la prudenza diventa attacco preventivo a candidati
presidenziali (vedi il caso Trump), insieme a frasi del tipo “non mi voglio occupare di politica ma“.
Se il politico di turno è invece notoriamente anti-cristiano, l’elogio è
assicurato: per Bonino, Pannella, Napolitano, Castro, Morales… solo
encomi.
Fanno parte del
suo atteggiamento prudente anche le relazioni non istituzionali, ma
amichevoli e ripetute, con uomini politici come Andrea Orlando,
cresciuto nel Pci, lontanissimo da ogni valore cristiano, ma divenuto
intimo del pontefice per la sua apertura ad un’amnistia per i carcerati.
Sì, perchè se in Parlamento si discute di temi etici, Bergoglio si
tiene fuori; se il tema è l’amnistia, o i migranti, l’intervento a gamba
tesa è assicurato (tanto la stampa a lui devota non parlerà di
ingerenza, come farebbe invece nel caso intervenisse su eutanasia…).
Un’altra virtù, connessa con la prima, è la riservatezza:
Bergoglio rilascia interviste ad ogni piè sospinto, quasi fosse un uomo
di spettacolo, o un politico. Questa iper-esposizione mediatica rende
le su parole sempre meno incisive, generando un senso di sazietà incredibile.
Visto poi che i temi che tratta sono sempre gli stessi, l’effetto
saturazione è assicurato. Sentir parlare ogni giorno del dovere di
accogliere gli emigranti, può generare rigugiti persino nei più
accoglienti e nei più disponibili. L’assenza poi, di ogni
problematicità, rende certi discorsi imbarazzanti per la loro
superficialità.
Un’altra virtù è la varietà:
Bergoglio parla di migranti, di “Chiesa in uscita”, attacca i farisei,
sostiene che “Dio non è cattolico”… letti tre discorsi, si è letto
tutto. Anche perchè non di rado cita se stesso, mentre ha ben poca
dimestichezza con il magistero dei suoi predecessori. Se deve parlare di
temi più tipicamente cristiani, la vena retorica si secca; se
all’ordine del giorno ci sono eutanasia, matrimonio gay, utero in
affito, o rimanda al catechismo, o glissa, o lancia qualche singola
dichiarazione cui non corrisponde nessuna azione concreta.
Un’altra virtù è la sinodalità e la disponibilità all’ascolto:
è vero che parla moltissimo e annuncia novità ad ogni piè sospinto; è
vero che sono più le telefonate che fa, che quelle che riceve, ma sa
ascoltare. Però alla fine decide tutto lui. I vescovi dell’Emilia
Romagna propongono un candidato per Bologna? Cestinato senza problemi.
Così quasi sempre. Gli unici ad essere ascoltati sono i soliti: Spadaro,
Galantino, Marx, Kasper…
Ai cardinali che
pongono dei dubbi, non un cenno di risposta, neppure un incontro
personale. Ci sono prima le telefonate a Scalfari, gli incontri con
Benigni, le interviste ai giornali…
Il sinodo, pur
indirizzato con ogni mezzo nella direzione voluta, non va come vuole
lui. Allora ricorda a tutti i padri sinodali che la Chiesa deve agire cum Petro e sub Petro
e scrive il documento da solo, mettendo quello che aveva già deciso
all’inizio, in nota. Per poi indirizzare gli episcopati amici (Germania,
Malta…) ed utilizzarli come ennesimo ariete. L’ascolto diventa
eclatante nei casi dei numerosi commissariamenti: destabilizza interi
ordini religiosi (vedi Francescani dell’Immacolata), senza neppure ascoltare, una sola volta, i suoi fondatori; crea una situazione inaudita nell’Ordine di Malta, che decapita con una fretta e un durezza senza precedenti; ignora bellamente due Family day,
promossi dal laicato cattolico, cui non rivolge neppure un saluto
nonostante nella sua predicazione vi sia spesso il riferimento di rito
al ruolo dei laici…
L’umiltà:
Bergoglio ha deciso di prendere un nome, quello di Francesco, che
nessuno aveva mai osato assumere. Francesco infatti è sempre stato
considerato il santo più simile a Gesù, il più inarrivabile. Inoltre è
stato un grande riformatore: “va e ripara la mia casa“.
In verità
Bergoglio, per ora, non ha toccato la curia; ha lasciato lo Ior come
stava; ha piazzato uomini e donne che poi lui stesso ha dovuto
cacciare… ma nessun mea culpa, e nessuno gli toglie dalla testa di
essere il salvatore di una chiesa che prima di lui era chiusa, ottusa,
corrotta.
Questa umiltà
viene ostentata: non vive in Vaticano, e lo fa sapere; come un populista
qualsiasi si fa fotografare mentre va al bagno chimico (principale
notizia sui social, durante la visita a Milano, diffusa guarda caso in
tempo reale dal suo intimo suggeritore ed intervistatore, Antonio
Spadaro); dialoga il più possibile con le personalità più alla moda, da
Scalfari a Benigni; preferisce la ricchissima ed eretica chiesa tedesca,
che continua a imporre una tassa e ad essere la più ricca, quanto a
soldi e proprietà, del mondo, ma anche la più povera di vocazioni
fedeli.
Un’ultima vitù è la competenza teologica:
ma qui l’elenco delle frasi incomprensibili, ambigue, errate sarebbe
così lungo che ci vorrebbe almeno un libro. Basti pensare che con poche
frasette buttate lì, si gettano al macero 500 anni di interpretazioni
magisteriali di Lutero, oltre che i libri di storia.
Ps se qualcuno
avesse da obiettare contro questi appunti, in difesa di Bergoglio,
tirando in ballo qualche falsa visione dell’infallibilità pontificia,
ricordi bene che l’eroe bergogliano di questo 2017 è Martin Lutero,
colui che definiva i papi “anticristi”, “demoni incarnati” e che non
riconosceva loro alcuna autorità. Se per caso, poi, è cattolico, ricordi
l’esempio non solo di Dante, ma dei santi che si sono opposti anche
agli errori dei papi, da Paolo ad Atanasio, sino a Caterina da Siena…
blog.messainlatino.it/2017/05/controvirtu-del-pontificato-attuale.html
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