Posted: 15 Mar 2017 10:55 AM PDT
Un tema importante affrontato anche QUI dallo stesso Tosatti.
Marco Tosatti
Fatima
continua a far parlare di sé, e certamente continuerà ancora anche in
futuro. Di sé, e della Chiesa; perché se lo “svelamento” del giugno
2000, con la visione del martirio di un Pontefice, di molti vescovi,
sacerdoti e fedeli ha colmato le aspettative apocalittiche sul
misterioso Terzo Segreto alimentate nel corso dei decenni, e culminate
con la “versione diplomatica” dell’epoca di Giovani XXIII, e con le
parole di Giovanni Paolo II a Fulda, riportate dal giornale tedesco “La
voce della Fede”, la parte del segreto che avrebbe toccato la vita
interna della Chiesa, e la fede, non è mai apparsa.
Eppure
molti, in passato, anche fra coloro che hanno avuto accesso in maniera
diretta o indiretta alla veggente, Suor Lucia, e alle sue memorie, ne
hanno accennato. Oggi su “La Nuova Bussola Quotidiana”
pubblico un articolo che riguarda la più recente fiammata di
indiscrezioni e di polemica sulla parte presunta e mai rivelata delle
profezie di un secolo fa. Riguarda l’allora cardinale Ratzinger, un suo
caro amico e professore di teologia, Ingo Dollinger, e una cronista statunitense, Maike Hickson,
di fronte a cui i mastini appaiono barboncini con i fiocchetti, in
fatto di tenacia. Sembra che Ratzinger avesse confidato nel 2000 a un
amico che non tutto era stato reso pubblico. La notizia provocò una
smentita della Santa Sede (e che altro avrebbero potuto fare), ma ora ci
sono nuove testimonianze a favore della confidenza…
In
realtà, e questa è l’opinione che esprimevo ne “Il Segreto non
svelato”, qualche anno fa, e che sta per essere ripubblicato con
Chorabooks, in una versione riveduta e aggiornata, alla base di tutto
questo c’è la sostanziale diffidenza degli uomini di Chiesa per le
rivelazioni private, fatte salve, naturalmente alcune figure, come Pio
XII o Giovanni Paolo II. E proprio rispetto al Terzo Segreto mi ricordo
cosa mi disse il segretario di Giovanni Paolo II, l’adesso cardinale
Stanislao Dziwisz. In buona sostanza, che il problema era sapere che
cosa era della Madonna, e che cosa era di Suor Lucia.
Proprio
l’incertezza dell’attribuzione può aver reso le mani dei responsabili
di Chiesa molto libere nella gestione dei documenti.
Così
mi azzardo a dire che se una parte della profezia avesse riguardato,
per esempio, un vertice della Chiesa “infiltrato” dal nemico, e una
Chiesa in deriva di apostasia, ritengo che i responsabili nei Sacri
Palazzi avrebbero preferito lasciar cadere tutto nel cestino. Anche se
le testimonianze, e le indagini compiute in decenni da appassionati e
detectives religiosi concordano nell’indicare che al testo mancano
quelle 24 righe che il vescovo di Fatima-Leira, Venancio, sbirciò in
controluce nella busta indirizzata a Roma.
Il
prossimo 13 maggio si compiranno cento anni dalla prima apparizione. Mi
sbaglierò, ma credo che da qui ad allora potrebbero emergere alcune
novità, anche clamorose.
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