consumando civiltà
Abbiamo vissuto consumando civiltà. E non ne è rimasta più.
Non so se sia un addensarsi casuale di questi delitti neri e orrendi. Non credo; temo che la decadenza della civiltà stia aggravandosi, il Degrado stia diventando Caduta, motus in fine velocior. Ciò che accomuna questi delitti mi pare un egoismo mostruoso e belluino, un primitivismo sub-umano, una soggezione ai propri impulsi primari così cieca e totale, da far sospettare negli assassini sia già avvenuta la metamorfosi in bestie. E’ come se questi non fossero mai vissuti in una civiltà, non ne abbiano mai conosciuto i costumi umani, la moderazione degli impulsi in vista – se non altro – delle conseguenze; è come se, belve stupide o cannibali, fossero balzati fuori dalla foresta originaria per ammazzare i conoscenti a sprangate, i figli a martellate e le mogli a coltellate. “Donne di merda… vi ricordo una cosa sola… toglietemi mio figlio e vi sfracello – non toccate il mio sangue“, ha scritto la bestia di Vercelli; ciò conferma la sensazione che venga da un mondo non dico pre-razionale, ma pre-culturale: “Non toccate il mio sangue”, è una frase di un mondo di antiche faide paleolitiche, forse di Neanderthal. Ma si capisce che è un primitivismo recitato e voluto, se solo si considera che l’età dei figli che secondo lui “le donne” gli volevano portar via: 16 e 22 anni. Un istinto di proprietà, i figli NON esistono, se non come “roba mia”; anche l’altro che ha martellato i figli di 2 e 4 anni, l’ha fatto perché “sono roba mia”: un egoismo così mostruoso che non cura nemmeno di vedere gli altri, i figli, la donna un tempo amata, come viventi, come sofferenti e degni di una loro vita; sono come oggetti. Oggetti inanimati. O da inanimare a martellate, o come il ragazzo a sprangate, fino a che non si muovono più: così, senza pensare alle conseguenze, per un impulso – si sa, al cor non si comanda.
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