Il Dottor Stranamore in Vaticano
Mala tempora currunt. Sul personaggio agghiacciante leggere anche QUI,
L
Avete presente il prototipo dello scienziato pazzo, tipo il Dottor
Stranamore del film di Stanley Kubrick «Ovvero: come ho imparato a non
preoccuparmi e ad amare la bomba?». Ebbene, a volte la realtà si
incarica di andare ben oltre la fantasia.
È il caso del professor Paul R. Ehrlich, entomologo americano della
Stanford University, diventato celebre dopo aver pubblicato un libro,
intitolato «La bomba della popolazione», nel quale, sulla base di
accurati calcoli, faceva una previsione catastrofista: nel decennio dal
1973 al 1983 ben un quarto del genere umano sarebbe morto per fame.
Onde evitare una simile strage, Ehrlich scrisse che sarebbe stato
necessario prendere provvedimenti draconiani, a partire dall’imposizione
per legge, senza guardare ai diritti individuali, del controllo delle
nascite obbligatorio e indiscriminato. E come somministrare le sostanza
necessarie a impedire le nascite? Semplice: introducendo sterilizzatori
nell’acqua potabile e nei cibi più comuni.
Ovviamente le previsioni del professore, come quelle di tutti
catastrofisti, si sono rivelate campate per aria. Tuttavia ciò non gli
ha impedito di continuare a sostenere le sue tesi e di indicare
soluzioni. Una delle caratteristiche dei catastrofisti inveterati è
infatti quella di non considerare la realtà per quella che è, ma
soltanto come pretesto per sostenere le loro idee senza fondamento.
Forse qualcuno ricorderà la scommessa di Ehrlich con Julian Simon,
economista che non si lasciò mai influenzare dall’ideologia ecologista e
neomalthusiana. Convinto che il mondo, nonostante l’aumento della
popolazione, avrebbe migliorato la disponibilità di risorse grazie allo
sviluppo delle conoscenze, della tecnologia e della vituperata
globalizzazione, Simon, contrario al controllo delle nascite e
soprattutto all’imposizione dell’aborto di massa, nel 1980 sfidò il suo
ben più famoso collega: «Scegli cinque materie prime e io scommetto che
tra dieci anni costeranno non di più ma di meno rispetto a oggi».
Quelli erano gli anni in cui i catastrofisti pontificavano e il
famigerato Club di Roma imperversava con le sue tesi sui limiti dello
sviluppo e la necessità di ridurre le bocche da sfamare. Ehrlich, sicuro
di vincere la scommessa, scelse dunque cinque metalli: rame, cromo,
nichel, stagno e tungsteno, e commentò con sicumera: «Io e i miei
colleghi John P. Holdren e John Harte accettiamo tutti insieme
l’offerta stupefacente di Simon prima che altra gente avida si
aggreghi».
Con la presunzione tipica degli ideologi, Ehrlich pensava di vincere
facile. Invece, come aveva previsto Simon, i prezzi andarono in una
direzione opposta ed Ehrilich si ritrovò a dover pagare più di
cinquecento dollari. Il che, in ogni caso, non lo spinse mai a fare
autocritica.
Perché ricordare oggi queste vicende?
Perché dal 27 febbraio al primo marzo prossimi, presso la Casina Pio IV
in Vaticano, per iniziativa di due pontificie accademie, quella delle
scienze e quella per le scienze sociali, si terrà un simposio
internazionale sul tema «Estinzione biologica. Come salvare l’ambiente
naturale da cui dipendiamo», e fra i relatori invitati a portare il loro
autorevole contributo chi ci sarà? Proprio lui, l’ineffabile professor
Ehrlich. E quale sarà il tema affidatogli? «Come salvare il mondo
naturale».
Ora, gli organismi vaticani sono ovviamente liberi di organizzare i
simposi che vogliono e di invitare chi vogliono, ma è difficile non
porsi una domanda: con tutti gli scienziati che esistono, è proprio il
caso di offrire una tribuna a uno come Ehrlich, che non solo si è fatto
paladino dell’aborto di massa ma ha sbagliato completamente le sue
catastrofiche previsioni? Che cosa può avere da insegnare questo Dottor
Stranamore secondo il quale entro l’anno duemila l’Inghilterra avrebbe
praticamente cessato di esistere, a meno di non intervenire con massicce
politiche a base di aborto e sterilizzazione di massa?
Oggi, nell’anno di grazia 2017, la comunità scientifica mondiale ha
smentito tutte le più fosche previsioni dei catastrofisti. Nel mondo,
certamente, c’è ancora chi soffre la fame, eppure il pianeta, nonostante
l’aumento della popolazione, non ha mai sfamato così tanta gente e la
qualità della vita non è mai migliorata tanto. Se ancora adesso un
miliardo di persone soffre la fame non è perché non ci sono le risorse,
ma perché ci sono troppi sprechi. Il problema non è impedire alle
persone di avere figli, ma garantire loro livelli adeguati in campo
sanitario e scolastico.
Commentando la scelta del Vaticano, il presidente del Population
Research Institute, Steven Mosher, giornalista e studioso americano
contrario alle politiche abortiste, ha detto: «Le opinioni di Ehrlich
sui tassi di estinzione biologica sono esagerate tanto quanto le sue
previsioni relative ad un’esplosione demografica, previsioni tutte
fallite. Per quale ragione il Vaticano debba dare un palco a questo
profeta laico di sventura va oltre le mie capacità di comprensione. Ci
sono moltissimi scienziati cattolici, le cui opinioni, basate su fatti,
meriterebbero d’esser valorizzate dalla Chiesa. Quale sarà la prossima
mossa? Invitare Raul Castro a parlare di diritti umani?».
La tesi al centro del congresso in Vaticano sarà che i cambiamenti
climatici globali stanno mettendo a rischio le «biodiversità», il
quaranta per cento delle quali sarà distrutto «entro la fine di questo
secolo». Sconfitto dai fatti per quanto riguarda la crescita della
popolazione mondiale, il catastrofismo torna all’attacco cambiando
cavallo: dalla bomba demografica a quella climatica, e di nuovo si
lancia in previsioni. È una questione di «giustizia sociale» e di
«moralità», dicono gli organizzatori del congresso nel presentarne i
lavori, ma anche di «sopravvivenza». E siccome all’origine dei
cambiamenti climatici c’è l’uomo, ecco che torna la tesi di sempre:
eliminiamo l’uomo, riduciamo la sua presenza sulla terra e risolveremo
ogni problema.
Di recente (si veda l’articolo «Biophysical limits, women’s rights and
the climate encyclical» pubblicato in «Nature Climate Change»)
Ehrlich e l’amico Harte, a commento dell’enciclica «Laudato sì’» di
Francesco hanno sostenuto che «il papa ha fatto un forte invito ad agire
sui cambiamenti climatici, ma non riesce ad affrontare i complessi
legami tra lo sviluppo e la crescita demografica». Dunque? Ebbene,
quello di Francesco resta «un delirio senza senso» finché non si mette
mano al controllo demografico. «È cristallinamente chiaro», scrive
Ehrlich. «Nessuno interessato allo stato del pianeta e allo stato
dell’economia globale può evitare di trattare della popolazione. È
l’elefante nella stanza».
Ehrlich, alla bella età di ottantacinque anni, ha perso il pelo ma non
il vizio e continua a pontificare, come faceva con il suo libro del
1969. La cosa sorprendente è che adesso pontificherà al papa. E su
invito del Vaticano.
Aldo Maria Valli
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