Foto di Gesù - Suor Anna Alì

Suor Anna Alì
 
Un leone ruggente 
Con le lacrime nel cuore io chiamo tutti a pregare. Questa è l’ora dell’Apocalisse". E uno dei centonovantacinque "appelli" attribuiti a Gesù Cristo (e trascritti tra l’8 settembre 1987 e il 23 ottobre 1988 a Roma) dalla suora keniota Anna Hadija Ali, vicina a monsignor Emmanuel Milingo. Suor Anna è stata protagonista di fenomeni che suscitarono sensa­zione nel 1994 in seguito alla pubblicazione di un particolareggiato resoconto, corredato da foto – si è sostenuto – di Gesù,’ il quale le sarebbe apparso più volte, affidandole messaggi su di un ormai pros­simo futuro dell’umanità.
   
 
 
Le apparizioni avrebbero avuto luogo in una stanza di Porta Angelica contigua all’appartamento di monsignor Milingo, dal quale Anna sarebbe stata in precedenza guarita (soffriva di misteriose san­guinazioni fin, da bambina) e poi consacrata nell’ordine delle Figlie di Gesù, da lui fondato. Ha contribuito ad accreditare come plausibili le rivelazioni di suor Anna la complessità dei concetti teologici esposti, volti a proporre una "ripresa del culto eucaristico tradizionale". La giovane keniota (ventitré anni all’epoca delle prime apparizioni) è infatti di cultura limitata, avendo interrotto gli studi per motivi di salute senza poter terminare la scuola secondaria. E' interessante rilevare che ricorrono nella sua vicenda, come in quella di Fatima, sfumati riferimenti alla cultura islamica. Anna è figlia di padre musulmano e madre cattolica. In apertura del volume li ringrazia amorevolmente entrambi. Con molta cautela l’arcivescovo Milingo dichiara di "non attribuire null‘altro che la nostra fede umana agli eventi straordinari narrati nel libro che contiene rivelazioni fatte a suor Anna Ali"; e a scanso di equivoci aggiunge di non essere nemmeno sfiorato dall’idea di sostituirsi al giudizio definitivo della Chiesa, cui si sottometterà "incondizionatamente".  
 
 Il Cristo fotografato a Porta Angelica 
Anna non ha fotografato l’apparizione di sua iniziativa, ma per con­siglio dei suoi superiori, dopo che ebbe comunicato loro quello che accadeva nella sua camera di Porta Angelica. Desta profonda impres­sione, comunque, la stretta somiglianza del ritratto con altre immagi­ni ritenute sovrannaturali del Cristo, e in specie con una foto scattata in Palestina nel 1876 – la più antica fotografia del genere – ora con­servata negli archivi vaticani. Quel ch’è certo è che si tratta della stessa persona, se non addirittura del medesimo ritratto, il che potreb­be costituire, a seconda del punto di vista da cui ci si pone, una prova a sostegno o a sfavore dell’autenticità della foto. Ma questo non sta a noi stabilirlo. Vediamo piuttosto in che termini la suora descrive, nel corso di un colloquio con padre Mbukanma, descrive l’entità manife­statasi come Figlio di Dio:2 "E venuto con la sua luce, era avvolto in un bagliore di un colore blu profondo come il cielo. La sua presenza illuminava tutta la stan­za. Aveva indosso una tunica rossa, color del sangue, con ampie maniche. I capelli erano scuri e scintillanti". "Che cosa le disse quando Lo vide?" "Mi diede un messaggio e, dietro sua espressa richiesta, cominciai a scrivere ciò che mi diceva". "Che atteggiamento aveva mentre le parlava ?" "Mi parlava con una voce colma di pietà e fa così tuttora quando mi appare [l’intervista è del 9 settembre 1991]. Mi parla come se fosse un mendicante". "A che ora le è apparso ?" "Verso le due, le tre di notte". "Le compare ancora?A che ora?" "Fra le due e le tre e mezza. Il mercoledì verso la mezzanotte, il giovedì nelle prime ore del mattino". "Non è mai venuto di giorno ?" "No". "Con chi viene ?" "Mi appare da solo". "Nell’apparizione Gesù ha l’aspetto di un normale essere umano?" "E un essere umano. Ma è diverso. Di fronte alla sua santità ci si sente miserabili... E un uomo di altezza media. Non è possibile descriverlo. In sua presenza si ammutolisce, ci si sente persi".  
"Quando le appare è triste, gentile, serio, felice?" "Quando dà dei messaggi ha una voce colma di pietà, quindi è tri­ste, ma la sua è una tristezza d’amore. A volte piange lacrime di sangue". "Perché piange?" "E molto addolorato per il modo in cui lo trattano quelli a cui Lui ha affidato le anime. Alcuni lo insultano durante l’eucarestia e vogliono distruggerlo proprio in quella sede... E triste anche a causa della vita spirituale dei suoi consacrati...". "Come si è sentita la prima volta che ha visto Gesù?" "E difficile da spiegare. Mi sentivo in uno stato di torpore". "E quando Gesù se ne andò ebbe paura oppure si sentì felice?" "Ho continuato a pensare a Lui. Né triste né contenta. Pensavo". "Gesù viene ancora da lei? In quali giorni?" "Viene ancora. Di giovedì, di notte". "Che cosa dice ogni volta?" "Mi chiede spesso di pregare per coloro ai quali ha affidato le anime, i preti...". "Quanto dura il vostro colloquio?" "Non saprei. Quando è qui vengo avvolta dalla sua santità, e quando va via ci metto un po’ a tornare in me. Non sono in grado di spiegarlo meglio". L’ora di Satana 
 

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