SABATO 17 GIUGNO A ROMA SOTTO IL MIUR. BASTA GENDER NELLA SCUOLA. SI PREPARA UN FAMILY DAY…di wp_7512482 |
Marco Tosatti
Domani
mattina, alle 10.30, davanti al Ministero della Pubblica Istruzione,
avrà luogo un ”flashmob” per ottenere dal Ministro della Pubblica
Istruzione, Valeria Fedeli, risposte concrete per il riconoscimento
effettivo dei diritti educativi dei genitori e delle famiglie su temi
sensibili quali la sessualità e l’identità affettiva.
E’
noto che il Ministro Fedeli, superato l’imbarazzo della laurea
conclamata e mai ottenuta (come peraltro il diploma di media superiore) è
una tifosa dei progetti anti-discriminazione; il che vuole dire
promuovere l’ideologia Gender nella scuola in maniera più o meno
surrettizia e strisciante, senza che i cosiddetti cattolici al governo e
nella maggioranza diano segno di un qualche fastidio per un’operazione
che va contro persino quello che dice, ufficialmente, papa Francesco.
Si
sono moltiplicati, nei mesi scorsi, i casi in cui l’ideologia Gender si
è infiltrata nelle scuole, ad ogni livello, sin dai gradi di istruzione
più bassi, grazie a insegnanti e presidi pesantemente ideologizzati,
senza nessun rispetto né per gli alunni né per i genitori. E di questo
non è possibile non far carico al ministro Fedeli, la cui nomina è stata
sin dall’inizio criticata, oltre che per la mancanza di titoli e di
esperienza specifica; oltre che per l’esempio pessimo dato inserendo nel
suo curriculum dati falsi; anche perché la sua esperienza politica
indicava chiaramente per quale motivo fosse stata nominata, e cioè
promuovere l’ideologia Gender nelle scuole italiane.
Dunque,
un flash mob davanti al Ministero per appoggiare due richieste precise.
La prima è “la formalizzazione a livello normativo del consenso
informato e preventivo richiesto ai genitori da parte delle scuole”; per
difendere i gentiori, ed evitare che vengano scavalcati, spiega Massimo Gandolfini a “In terris”
“quando si tratta di decisioni educative che riguardano i loro figli”.
E’ un diritto garantito dall’articolo 30 della Costituzione italiana, ed
è necessario farlo rispettare.
Proprio
perché la Costituzione venga rispettata in pieno si giunge alla seconda
richiesta: “Chiediamo che le scuole istituiscano attività alternative
per i figli di quei genitori che dovessero esprimere dissenso verso
determinati corsi su temi altamente sensibili”. Inoltre – sottolinea il
portavoce del Family Day – i genitori devono “essere coinvolti e
ascoltati dalla dirigenza scolastica prima di formulare progetti
didattici”. Proprio come è possibile per i genitori scegliere di non far
seguire ai propri figli i corsi di religione, deve essere possibile
evitare che seguano corsi di educazione sessuale, in cui ancora di
recente si sono verificati episodi che hanno provocato scalpore.
Se
per caso il ministro Fedeli dovesse fare orecchie di mercante, e
mostrare scarso rispetto verso queste legittime richieste, non si
esclude l’organizzazione di una grande manifestazione nazionale. “Faremo
certamente un altro Family Day – assicura Gandolfini -, perché
centinaia di migliaia di famiglie italiane non sono disposte a fare un
passo indietro”. E soprattutto “Quando si tornerà alle urne inviteremo
il nostro popolo a ricordarsi di chi non avrà accolto le nostre istanze,
di chi avrà provato a strumentalizzarci così come di chi ci sarà stato
vicino in questa battaglia”.
Come
racconta “in Terris” i fatti, da gennaio ad oggi, non hanno regalato
alcun conforto ai genitori italiani. “È di poche settimane fa la notizia
proveniente da Milano, dove una preside di scuola elementare
avrebbe rifiutato la richiesta di una madre di esonerare la figlia da un
corso di educazione sessuale organizzato da associazioni vicine alla
galassia lgbt. Recente anche la decisione di una maestra di una scuola
elementare di Modena, la quale avrebbe consegnato ai piccoli alunni una
scheda esplicativa dettagliata su come si svolge un atto sessuale”.
Singolare
il commento di Valeria Fedeli relativo alla manifestazione. “Non riesco
a capire perché vengano sotto al Miur a manifestare (…) Credo che
abbiano sbagliato indirizzo”. Come se ella non fosse il Ministro della
Pubblica Istruzione, e gli episodi di cui si parla non avvengano nelle
scuole. E il Miur ha un atteggiamento di volontaria “evanescenza di
fronte alle tante richieste formali da parte delle associazioni e della
politica (segnalazioni, reclami, interrogazioni parlamentari”.
Il flash mob è organizzato da ProVita Onlus, NonSiToccaLaFamiglia, Articolo 26 e Generazione Famiglia.
E’ pronto anche un memorandum di consigli per i genitori, che pubblichiamo qui sotto:
Ricomincia la scuola: consigli per i genitori protagonisti e “in rete" per la libertà di educazione
Fate rete con altri genitori, contattate e coinvolgete le associazioni di genitori che possono sostenervi e guidarvi.
Cercate di agire sempre insieme ad altri genitori: sarete più efficaci ed incisivi.
All’atto dell’iscrizione leggete con attenzione il PTOF (Piano
Triennale dell’Offerta Formativa – link) in cui la scuola descrive la
progettazione curricolare, extracurricolare ed educativa; verificate le
revisioni periodiche. Non si può negarne la visione, essendo un
documento pubblico che interessa direttamente i genitori. Di solito si trova sul sito della scuola.
Leggere
bene anche il PEC (Patto di Corresponsabilità Educativa, obbligatorio
nelle scuole secondarie – link) che il Dirigente deve proporre da
sottoscrivere a famiglie ed alunni. Non tutte le scuole lo valorizzano e
condividono. Se ci sono passaggi che non condividete non siete tenuti a sottoscriverlo in toto.
Monitorate in particolare i progetti di educazione affettiva e sessuale e contro le discriminazioni ed il bullismo e la violenza “di genere” (svolti da docenti od operatori esterni) e tutti quelli proposti in applicazione del comma 16 della nuova legge “La Buona Scuola”.
Costruite alleanze con il dirigente scolastico e i docenti. Chiedete i
chiarimenti che desiderate (a voce o per iscritto) e condividete i
vostri principi educativi, con modi distesi e collaborativi: l’aggressività̀ non paga! Richiedete eventualmente un incontro aperto a più genitori.
Specificate che siete favorevoli al fatto che la scuola educhi al
contrasto di ogni forma di discriminazione e alla parità tra i sessi;
state semplicemente chiedendo, in qualità di genitori, che su temi etici
sensibili e controversi dal punto di vista scientifico e pedagogico,
venga rispettata la vostra facoltà di scelta e la vostra responsabilità educativa.
Le iniziative extracurriculari vanno intese come facoltative anche se
svolte in orario scolastico e la richiesta del consenso informato
preventivo sarebbe obbligatoria: esso “viene dato dal genitore
adeguatamente informato, che può decidere che il figlio minore non le
frequenti, o da parte dell’alunno se maggiorenne” (il riferimento è alla
Circolare del MIUR n. 4321 – link). Purtroppo però, accoglierlo è di
fatto a discrezione del dirigente, in base all'Autonomia Scolastica e
soprattutto in attesa di un pronunciamento ufficiale del Ministero sul
comma 16 dedicato alla Parità dei sessi, della nuova Legge 107/15 ("La
Buona Scuola").
Il riconoscimento del primato educativo dei genitori va comunque
richiesto rispetto a tutti i temi educativi sensibili, anche se
affrontati all’interno delle discipline; esso è riconosciuto dall’art.
30 della Costituzione Italiana e dall’art. 26 della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo: la libertà di educazione è un
principio incontestabile!
Consegnate la richiesta scritta del “Consenso informato preventivo”
(link – da far protocollare in segreteria), meglio se accompagnata da un
colloquio con il Dirigente Scolastico.
Proponetevi
come rappresentanti di classe e di istituto: questo è fondamentale! In
ogni caso prendete contatto con i rappresentanti dei genitori
Proponete iniziative educative condivise, lavorando in positivo e in
maniera costruttiva. In poche parole: riprendiamo in mano la nostra
responsabilità̀ educativa!
Per info scrivete a info@comitatoarticolo26.it o scuola@difendiamoinostrifigli.it
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