Diabolico chi ha attaccato BXVI
Card. Sarah: «Diabolico chi ha attaccato BXVI: demolisce la Chiesa»
Sarà interessante avere il testo integrale. Lo pubblicheremo appena disponibile. Nel frattempo condividiamo da La Bussola quotidiana. Vedi precedenti da qui.
Con il discorso inaugurale tenuto ieri alle 17,30 dal cardinale Robert
Sarah hanno preso avvio i lavori del convegno internazionale Sacra Liturgia [qui],
quattro giorni che vedono impegnati relatori da tutto il mondo.
Quest'anno l'incontro si svolge a Milano e il discorso tenuto ieri
nell'Aula magna dell'Università Cattolica dall'attuale prefetto della
Congregazione per il Culto Divino era particolarmente atteso.
L'indirizzo di saluto di monsignor Dominique Rey, vescovo di Toulon, ha
ricordato la postfazione che il papa emerito Benedetto XVI ha scritto
all’edizione tedesca del libro di Sarah, La Forza del Silenzio.
Come sappiamo questo breve testo di Joseph Ratzinger ha fatto perdere la
bussola a qualche personaggio interessato al tema, che si è spinto in
apprezzamenti pesanti nei confronti della persona di Benedetto XVI e del
prefetto (qui).
«Prego devotamente», ha detto Sarah nell'avvio del suo discorso, «per
coloro che hanno il tempo e la pazienza di leggere attentamente questo
volume [La forza del silenzio, nda]: che Dio li aiuti a
dimenticare la volgarità e la bassezza usate da alcune persone quando si
riferiscono alla "Prefazione" e al suo autore, Papa Benedetto XVI.
L'arroganza, la violenza del linguaggio, la mancanza di rispetto e il
disprezzo inumano per Benedetto XVI sono diabolici e coprono la Chiesa
con un manto di tristezza e di vergogna. Queste persone demoliscono la
Chiesa e la Sua profonda natura. Il Cristiano non combatte contro
nessuno. Il Cristiano non ha nemici da sconfiggere».
Poi l'intervento del cardinale si è sviluppato cercando di focalizzare
il tema più volte espresso da Joseph Ratzinger sul fatto che la Chiesa
si regge e cade sulla liturgia. Per comprendere questo ha richiamato
l'attenzione su tre domande: Chi è Gesù Cristo?; Come conoscere Gesù
Cristo?; Che cos'è un Cristiano?
NON SEPARARE IL CRISTO DELLA STORIA DAL CRISTO DELLA FEDE
Nella liturgia «non stiamo celebrando il "Gesù della storia", e nemmeno
"il Cristo della fede". Riconosciamo umilmente il Cristo risorto come
Dio, nostro Signore. Non viene demitizzato e allontanato da tutto ciò
che riguarda la nostra fede: nonostante il valore accademico di questa
separazione, non può essere considerata un’impresa legittima nel culto
della Chiesa. Quando celebriamo la Sacra Liturgia, partecipiamo
nell’adorazione del Cristo diventato uomo per la nostra salvezza,
pienamente umano e pienamente divino». Perciò, ha sottolineato Sarah,
«la liturgia non può diventare semplice celebrazione della fratellanza,
ma deve diventare culto di Dio».
CRISTO SI INCONTRA NELLA CHIESA
Come Persona vivente il Cristo si incontra nella Chiesa. «Il nostro
rapporto con Cristo parte dall’unica vera Chiesa che egli ha fondato per
questo scopo. Come disse Papa Benedetto XVI: “Cristo lo scopriamo, lo
conosciamo come Persona vivente, nella Chiesa. Essa è il ‘suo Corpo”».
Oggi, ha aggiunto, «questa realtà è negata, perchè si accoglie Gesù, ma
non la Chiesa. L'incontro personale è un seme che non riesce a maturare e
a produrre frutto da solo perché ha bisogno di nutrirsi della vita
della Chiesa». Quindi il cardinale ha fatto riferimento all'appello che
Giovanni Paolo II fece a Sidney nel 1996, rivolgendosi ai battezzati:
“Tornate a casa”. E' vero, infatti, che tanti battezzati si assentano
dalla liturgia e questo viene considerato da Sarah come «un continuo e
grave scandalo presente nella Chiesa che mette in pericolo la loro vita
eterna. Se diciamo alla gente di tornare occorre essere sicuri che la
Sacra liturgia sia fatta come vuole la Chiesa».
In riferimento alla cosiddetta “riforma della riforma”, il cardinale ha
detto che «occorre considerare questa questione con urgenza. In alcuni
ambienti c'è separazione tra “vecchio” e “nuovo” [rito, nda], questa
opposizione non può continuare. La liturgia non può essere modificata ad
ogni sviluppo ecclesiologico. La Chiesa prima e dopo il concilio non ha
due identità separate».
ESSERE RIVOLTI A CRISTO
Il cardinale ha quindi richiamato alcune parole di Sant'Ambrogio rivolte al battezzato: “Ricorda le domande che ti sono state poste, ripensa alle risposte: tu ti volti verso oriente, perchè chi rinuncia a Satana guarda Cristo faccia a faccia” (De Mysterii). «Attraverso l’uso di una postura fisica comune di profondo significato accanto ai suoi fratelli, il neofita prende il suo posto come Cristiano nel culto della ecclesia. Ho parlato diverse volte sull’importanza di recuperare questo orientamento, di essere rivolti a Est durante la celebrazione della liturgia di oggi, e continuo a sostenere ciò che ho detto. Vorrei semplicemente notare che in queste parole di Sant’Ambrogio possiamo apprezzare il vero potere, la bellezza, e anche il significato quando guardiamo a est. Così siamo uniti nella Chiesa che si rivolge al Signore per adorarlo, per guardare Cristo “faccia a faccia”».
LA COMUNIONE IN BOCCA E IN GINOCCHIO
«Oggi vorrei espressamente proporre di riflettere e promuovere la
bellezza, appropriatezza e il valore pastorale di una pratica sviluppata
durante la lunga vita e tradizione della Chiesa, cioè l’atto di
ricevere la Santa Comunione sulla lingua mentre inginocchiati. Se San
Paolo ci insegna che, “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei
cieli, sulla terra e sotto terra” (Fili 2:10), quanto più dobbiamo
piegare le nostre ginocchia quando riceviamo il Signore nel sublime e
intimo atto della Santa Comunione!».
Per riflettere su questo delicatissimo tema il cardinale ha proposto ai
presenti l'esempio di due santi: Giovanni Paolo II e Madre Teresa di
Calcutta. «L’Intera vita di Karol Wojtyla è stata segnata da un profondo
rispetto per la Santa Eucarestia. (…) Oggi vi chiedo semplicemente di
ripensare agli ultimi anni del suo ministero, un uomo segnato nel corpo
dalla malattia, ma Giovanni Paolo II non si è mai seduto al cospetto
dell’Eucarestia. Si è sempre imposto di inginocchiarsi. Aveva bisogno
dell’aiuto di altri per piegare le ginocchia e poi alzarsi. Fino ai suoi
ultimi giorni ha voluto darci una grande testimonianza di riverenza al
Santissimo Sacramento».
Madre Teresa «sicuramente toccava quotidianamente il “corpo” di Cristo
presente nei corpi rovinati dei più poveri. Tuttavia, con stupore e
rispettosa venerazione, decise di non toccare il Corpo di Cristo
transustanziato. Invece, lo adorava. Lo contemplava silenziosamente. Si
inginocchiava e si prostrava di fronte a Gesù nell’Eucaristia. E la
riceveva come un piccolo bambino umilmente nutrito dal suo Dio. Vedere
Cristiani che ricevevano la Santa Comunione nelle loro mani la
riempivano di tristezza e dolore. Ella stessa disse: “Quando entro nel
mondo, la cosa che mi rattristisce di più è vedere la gente ricevere la
Comunione nelle loro mani.”».
Sarah si è detto consapevole del fatto che «l'attuale legislazione
contiene l'indulto di ricevere l'eucaristia in piedi e in mano, ma
quella di riceverla in ginocchio e sulla lingua è la norma dei cattolici
di rito latino».
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