Benedetto XVI rimproverato da Papa Francesco?
Benedetto XVI rimproverato da Papa Francesco? "Un vescovo deve congedarsi bene e non a metà".
Le parole di Papa Francesco durante la Messa in S. Marta di ieri
30.05.2017 si riferiscono alla lettera di San Paolo prevista dalla
liturgia del giorno. Le espressioni circostanziate sembrano proprio
riferirsi in maniera esplicita (e infastidita) alla vicenda di Benedetto
XVI a seguito, immaginiamo noi, del suo essersi schierato in difesa del Card. Sarah, scrivendo una prefazione al libro del cardinale.
Come è che si dice? A pensar male...
Potremmo dire, in vernacolo romanesco (sdoganato anche Oltrevere): "Ar papa je sta proprio a rodere er..."
Potremmo dire, in vernacolo romanesco (sdoganato anche Oltrevere): "Ar papa je sta proprio a rodere er..."
Roberto
Papa Francesco:"un vescovo deve sapersi congedare del tutto,
definitivamente, senza compromessi, non a metà".
definitivamente, senza compromessi, non a metà".
da Radio Vaticana del 30.05.2017
30/05/2017 10:35
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"Il vero pastore sa congedarsi bene dalla sua Chiesa, perché sa di non essere il centro della storia, ma un uomo libero, che ha servito senza compromessi e senza appropriarsi del gregge": è quanto ha detto il Papa nella Messa del mattino a Casa Santa Marta. Il servizio di Sergio Centofanti
Un pastore deve essere pronto a congedarsi bene, non a metà
Al centro dell’omelia è la prima Lettura
tratta dagli atti degli Apostoli, che si può intitolare - sottolinea
Francesco - “Il congedo di un vescovo”. Paolo si congeda dalla Chiesa di
Efeso, che lui aveva fondato. “Adesso deve andarsene”:
“Tutti i pastori dobbiamo congedarci. Arriva un momento dove il
Signore ci dice: vai da un’altra parte, vai di là, va di qua, vieni da
me. E uno dei passi che deve fare un pastore è anche prepararsi per
congedarsi bene, non congedarsi a metà. Il pastore che non impara a
congedarsi è perché ha qualche legame non buono col gregge, un legame
che non è purificato per la Croce di Gesù”.
Pastori senza compromessi
Paolo, dunque, chiama tutti i presbiteri
di Efeso e in una sorta di “consiglio presbiteriale” si congeda. Il
Papa sottolinea “tre atteggiamenti” dell’apostolo.
Innanzitutto afferma
di non essersi mai tirato indietro: “Non è un atto di vanità”, “perché
lui dice che è il peggiore dei peccatori, lo sa e lo dice”, ma
semplicemente “racconta la storia”. E “una delle cose che darà tanta
pace al pastore quando si congeda - spiega il Papa - è ricordarsi che
mai è stato un pastore di compromessi”, sa “che non ha guidato la Chiesa
con i compromessi. Non si è tirato indietro”. “E ci vuole coraggio per
questo”.
Pastori che non si appropriano del gregge
Secondo punto. Paolo dice che si reca a
Gerusalemme “costretto dallo Spirito”, senza sapere ciò che là gli
accadrà”. Obbedisce allo Spirito. “Il pastore sa che è in cammino”:
“Mentre guidava la Chiesa era con l’atteggiamento di non fare
compromessi; adesso lo Spirito gli chiede di mettersi in cammino, senza
sapere cosa accadrà. E continua perché lui non ha
cosa propria, non ha
fatto del suo gregge un’appropriazione indebita. Ha servito. ‘Adesso Dio
vuole che io me ne vada? Me ne vado senza sapere cosa mi accadrà. So
soltanto - lo Spirito gli aveva fatto sapere quello - che lo Spirito
santo di città in città mi attesta che mi attendono catene e
tribolazioni’. Quello lo sapeva. Non vado in pensione. Vado altrove a
servire altre Chiese. Sempre il cuore aperto alla voce di Dio: lascio
questo, vedrò cosa il Signore mi chiede. E quel pastore senza
compromessi è adesso un pastore in cammino”.
Pastori che non si ritengono il centro della storia
Il Papa spiega perché non si è
appropriato del gregge. Terzo punto. Paolo dice: “Non ritengo in nessun
modo preziosa la mia vita”: non è “il centro della storia, della storia
grande o della storia piccola”, non è il centro, è “un servitore”.
Francesco cita un detto popolare: “Come si vive, si muore; come si vive,
ci si congeda”. E Paolo si congeda con una “libertà senza compromessi” e
in cammino. “Così si congeda un pastore”:
“Con questo esempio tanto bello preghiamo per i pastori, per i nostri
pastori, per i parroci, per i vescovi, per il Papa, perché la loro vita
sia una vita senza compromessi, una vita in cammino, e una vita dove
loro non si credano che sono al centro della storia e così imparino a
congedarsi. Preghiamo per i nostri pastori”.
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