Il Grillo "sparlante" ammette il complotto anti-Sarah
Da parte mia non c'era alcun dubbio sul valore oltre che sul significato
della post-fazione di Benedetto XVI al libro sul silenzio del cardinale
Robert Sarah. Nel commento introduttivo alla nostra traduzione del
testo di Ratzinger [qui],
avevo semplicemente espresso il mio scetticismo sull'efficacia concreta
di questa uscita che certamente ha del sensazionale ma, all'atto
pratico, difficilmente potrà invertire i processi rivoluzionari già
innescati, a meno che autorevoli rappresentanti della gerarchia
ecclesiale non la facciano propria, insieme ai tanto bistrattati quanto
ineludibili Dubia. A maggior ragione ora, in ragione degli echi suscitati e dell'aria che tira. Non posso dunque che condividere l'ulteriore riflessione
di Riccardo Cascioli che vi propongo di seguito. E lo invito, qui e
ora, a non trascurare possibili sinergie tra noi, riprendendo qualcuno
dei nostri contenuti in un'ottica di reciprocità che non può che giovare
al nostro comune impegno al di là delle possibili diverse
sottolineature e sensibilità. Penso ad esempio, in questo caso, alla mia
tempestiva e tuttora attuale denuncia sulla revisione della Liturgiam authenticam,
mentre mi riprometto di elaborare una sintesi più ampia e completa
sulle diverse implicazioni che scaturiscono da questa ed altre connesse
iniziative, curiali e non solo, di conio modernista.
I link che troverete, oltre ai riferimenti alle 'uscite' di Grillo e Maradiaga, conducono ai numerosi documenti elaborati 'in diretta' su queste pagine seguendo gli sviluppi della controversa e complessa tematica. (Maria Guarini)
I link che troverete, oltre ai riferimenti alle 'uscite' di Grillo e Maradiaga, conducono ai numerosi documenti elaborati 'in diretta' su queste pagine seguendo gli sviluppi della controversa e complessa tematica. (Maria Guarini)
Se qualcuno poteva avere dei dubbi riguardo al significato della
post-fazione di Benedetto XVI al libro sul silenzio del cardinale Robert
Sarah (qui),
ci ha pensato uno dei “golpisti” a fugarli. Il liturgista Andrea
Grillo, docente al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e considerato molto
apprezzato a Santa Marta, si è infatti scagliato con inaudita violenza
contro il cardinale Sarah («incompetente» e «inadeguato») e Benedetto
XVI, sempre definito Ratzinger o vescovo emerito, nonché causa del
“fallimento” (qui).
Grillo è uno dei personaggi chiave che stanno lavorando alle spalle del
prefetto della Congregazione per il Culto divino, il cardinale Sarah,
con il beneplacito del Papa, per procedere in cambiamenti che
contraddicono la “riforma della riforma” liturgica, tanto cara a
Benedetto XVI e perseguita dallo stesso cardinale Sarah. Grillo è anche
tra i protagonisti del lavoro della commissione – che esclude il
cardinale Sarah – incaricata di procedere alla discussa e discutibile
revisione della traduzione dei testi liturgici, in aperta
contrapposizione alle disposizioni dell’istruzione Liturgia Authenticam. [Vedi mio articolo
nel blog]. Si tratta di una questione cruciale che – come abbiamo
spiegato – rischia di cambiare gli stessi contenuti della fede. Ma
questo non è il solo file aperto: in ballo ci sono anche una marcia
indietro sul motu proprio Summorum Pontificum con cui Benedetto XVI ha liberalizzato dieci anni fa il rito antico, e lo studio di una “messa ecumenica” (qui - qui - qui) per rendere possibile la comune celebrazione eucaristica con i luterani.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione in atto che ha nel cardinale
Sarah l’ultimo ostacolo, e in questa prospettiva si comprende meglio il
passo di Benedetto XVI che, pur nel suo stile delicato e discreto, ha
voluto chiarire il significato autentico della liturgia e sostenere il
cardinale Sarah.
È una sorta di testamento spirituale che evidentemente ha fatto saltare i
nervi a quanti hanno fretta di consolidare i princìpi fondanti della
“nuova Chiesa” ed è chiaro che Grillo non parla solo a titolo personale.
Così esce impunemente allo scoperto e parla della nomina del cardinale
Sarah al Culto divino come di «un fallimento», una scelta fatta nel 2014
da Papa Francesco che al proposito ha avuto il torto di ascoltare «il
parere del suo predecessore». Ma per Grillo «Sarah ha mostrato, da anni,
una sostanziale inadeguatezza e incompetenza in ambito liturgico. Le
sue teorie strampalate e le sue rigidità impediscono all’ufficio della
Congregazione di svolgere il suo lavoro ordinario».
Quanto a Benedetto XVI, la sua mossa – secondo Grillo - si configura
come «una rinuncia della rinuncia», «una interferenza grave e una
alterazione degli equilibri ecclesiali». E qui anche l’ammissione di ciò
che abbiamo scritto da tempo e che fin qui era stato sempre negato
ufficialmente: la mossa di Benedetto XVI infatti «appare tanto più grave
se, nel frattempo, si sta preparando un inevitabile e salutare
avvicendamento all’incarico di Prefetto. Una sorta di “difesa in
extremis” di un Prefetto ormai esautorato».
L’uscita di Grillo sorprende fino a un certo punto chi segue con
attenzione quanto sta accadendo in Vaticano, ma gli obiettivi
dell’attacco e la violenza del linguaggio usato – che certamente non gli
faranno perdere prestigio nelle stanze che contano – indicano il
livello ormai raggiunto da questa eletta schiera di avanguardisti e
aspiranti rivoluzionari. E non si tratta certo di un caso isolato.
Proprio in questi giorni esce un libro intervista al cardinale
honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, in cui il coordinatore del
Consiglio dei 9 cardinali che aiuta papa Francesco nella riforma della
Curia attacca senza mezzi termini il cardinale Raymond Leo Burke (uno
dei quattro firmatari dei Dubia sulla Amoris Laetitia), definendolo «un uomo deluso», che «voleva il potere e lo ha perso» (qui). Un’accusa che chiaramente si estende ai confratelli che hanno espresso riserve su alcuni passi della Amoris Laetitia.
Ma riferendosi a Burke, Maradiaga afferma che «il suo pensiero non
merita ulteriori commenti. Sono le parole di un povero uomo».
Pur se ormai ci stiamo abituando a uscite del cardinale Maradiaga e non
solo, tese a screditare i cardinali che esprimono preoccupazione per una
certa deriva “protestantizzante”, certi toni sarcastici e sprezzanti
sono inauditi. Ma, a quanto è dato vedere, questo è solo l’inizio.
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