Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male

FATIMA. PRESENTAZIONE A MADRID. LA PERITA CALLIGRAFA NEGA CHE IL TESTO PUBBLICATO DA ZAVALA SIA UNA FALSIFICAZIONE.


Marco Tosatti
Giovedì 6 aprile, alla vigilia di quella che secondo alcuni studiosi potrebbe essere stata la data reale della Crocifissione, è stato presentato a Madrid, nella Casa del Libro sulla Gran Via, davanti a centinaia di persone (qualcuno è giunto per l’occasione persino dal Venezuela) il libro di José Maria Zavala “El secreto mejor guardado de Fatima” , Il segreto meglio guardato di Fatima.
Come abbiamo già scritto qualche tempo fa, il libro ci è parso interessante per varie ragioni, che non sono connesse direttamente con quella che è la novità più accattivante, e cioè la perizia calligrafica su una presunta parte autografa di Suor Lucia del Terzo Segreto di Fatima. L’opera di Zavala, alla cui presentazione chi scrive ha partecipato come relatore, ci ha colpito per la sua struttura: vari segmenti diversi, e solo apparentemente non collegati, compresa un’intervista inedita a don Gabriele Amorth, che disegnano un affresco spirituale dell’ultimo secolo, e dei nostri tempi, in cui Fatima, don Gabriele Amorth, padre Pio (di cui Josè Maria e la sua sposa, Paloma, sono figli spirituali che dire devoti è dir poco) dirigono il lettore verso l’obiettivo della conversione, della penitenza e della preghiera.
Una parte dell’opera è dedicata a un documento relativo al Terzo Segreto.
Il testo riportato dal libro è apparso su un sito americano nel 2010, durante il pontificato di Benedetto XVI, ma ha avuto un’eco limitata. Zavala lo avrebbe ricevuto con una mail anonima mentre stava preparando la sua opera, e non si è limitato a riprodurlo; prima di questo ha chiesto a una esperta grafologa e calligrafa di sottoporlo a un esame, comparandolo con il testo conosciuto e accertato di mano di Suor Lucia del Terzo Segreto stesso.
Non si tratta di un documento originale, ma di una copia digitale o fotocopia, e questo naturalmente, come è stato detto sin dall’inizio, pone dei limiti all’esame. Ma è interessante riportare quanto afferma Begoña Slocker, che era presente, insieme ad altri due esperti del campo, che l’hanno aiutata e hanno in qualche modo “certificato” il suo lavoro, alla conferenza stampa di presentazione. L’esperta giudiziaria nella sua relazione, allegata al libro di Zavala, ha concluso che il testo preso in esame “è stato realizzato dalla stessa mano del documento corrispondente alla Prima e alla Seconda Parte del Segreto di Fatima, redatto di suo pugno e scrittura da Suor Lucía dos Santos”.
E’ stato obiettato che grazie agli strumenti attuali di creazione (per esempio Photoshop) una falsificazione sarebbe possibile. E mancando il testo originale, non è un’obiezione da trascurare. A questo Begoña Slocker ha risposto: “Noi lavoriamo su documenti originali, e dal momento che non ho questi dati, mi sono basata soprattutto sulla velocità, sull’inclinazione e sui segni tipo, il che significa che quando sovrappongo le lettere, se fossero identiche, sarebbe una falsificazione; ma non sono identiche”.
La grafologa aggiunge: “La mia conclusione chiaramente è che è stato fatto dalla stessa mano, e l’ho rivisto con il Presidente della Società Spagnola di Calligrafia, che lo ha suffragato, e con Tomás Alonso de Corcuera, il Numero Uno in Spagna come perito, che è stato professore e docente nella Polizia Scientifica di Madrid. E’ una perizia fatta coscienziosamente, a cui ho dedicato molti giorni e notti”.
Nella sua presentazione l’autore ha detto che non spettava a lui dire se fosse o no un documento autentico, ma che per questo motivo si affidava alla relazione degli esperti.
Ci sembrava interessante, avendo trattato del libro di Zavala, e di questo documento, sia sulla Nuova Bussola Quotidiana QUI e QUI che su Stilum Curiae, offrire ai lettori questo ulteriore aggiornamento sullo stato della questione. Senza esprimere giudizi diversi da quelli che abbiamo già manifestato a attribuire patenti. E cioè che le contraddizioni e discrepanze fra le testimonianze del passato, e quello che è stato rivelato sono tali da autorizzare a pensare a un qualche elemento mancante, del mosaico. Come peraltro conferma il recente libro di Saverio Gaeta, “Fatima, tutta la verità”, che mette in luce contraddizioni e carenze delle spiegazioni dell’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, autore con Giuseppe De Carli de “L’ultima veggente di Fatia”, nel 2007, e de “L’ultimo segreto di Fatima”. Uscito proprio nel 2010: lo stesso anno in cui apparve il documento di fonte anonima riportato dal libro di Zavala.
In calce riportiamo il testo in una nostra traduzione.
Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.
E continua così: “Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo.
Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.
Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio.
Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.
Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.
Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.
La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima.
Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.
Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.
Così terminava il messaggio. La parte relativa a Matteo è la seguente:
42 “Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
‘La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’?
43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.
44 Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà”.
Mentre invece la parte relativa a Daniele è questa: “24 Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà,
mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità,
portare una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei
santi”.

http://www.marcotosatti.com/2017/04/08/fatima-presentazione-a-madrid-la-perita-calligrafa-nega-che-il-testo-pubblicato-da-zavala-sia-una-falsificazione/

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