L'Egitto di Papa Francesco

L'Egitto di papa Francesco, tra realtà e fantasia

Egitto
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Dopo padre Henri Boulad, ecco un altro gesuita ed islamologo egiziano che inquadra con parole politicamente scorrette l'imminente visita di papa Francesco in Egitto. Il suo nome è Samir Khalil Samir, ha 79 anni e insegna al Pontificio Istituto Orientale di Roma a all’Université Saint-Joseph di Beirut.
Dell'intervista di padre Boulad a "L'Osservatore Romano" ha dato conto Settimo Cielo dieci giorni fa:
> "Islam, religione della spada". L'allarme di un gesuita egiziano
Mentre l'ampia intervista di padre Samir a Giuseppe Rusconi è uscita stamane sul blog Rossoporpora:
> Papa in Egitto. Intervista al gesuita Samir Khalil Samir
La sua lettura è d'obbligo per capire lo sfondo della visita di papa Francesco.
Ad esempio, ecco che cosa dice padre Samir a proposito dell'università di Al-Azhar, tanto mitizzata:
"Non è prima di tutto un’università in senso occidentale, perché il suo compito è quello di formare gli imam. È insomma una grande facoltà di teologia islamica. L’aspetto più problematico e più grave è che negli anni i contenuti dell’insegnamento non sono cambiati: i libri sono sempre i manuali di sette secoli fa".
A proposito della violenza nel Corano e della natura musulmana dell'Isis:
"Tutto quello che fa l’Isis si trova nel Corano o nella Sunna, cioè la raccolta dei fatti e dei detti della vita di Maometto. Faccio un esempio. Quando l’Isis ha catturato un pilota giordano, l’ha messo in una gabbia e l’ha bruciato vivo. Al-Azhar ha reagito sostenendo che quell’atto non era islamico, perché c’è un detto di Maometto che stabilisce che il castigo con il fuoco è proprio di Allah. Purtroppo c’è anche un altro detto, dello stesso Maometto. Vengono da lui con due uomini sorpresi mentre compivano un atto sessuale tra loro. E lui: 'Bruciateli e buttate i corpi nel deserto'. Questa varietà di possibili citazioni, opposte tra loro, per l’islam è una tragedia".
A proposito degli intenti di papa Francesco e della sua conoscenza dell'islam:
"Il suo scopo è quello di fare di tutto per riconciliarsi pubblicamente con il mondo musulmano. Per lui tutte le religioni sono religioni di pace e tutte le religioni hanno i loro fondamentalisti. Lo si evince anche da certe sue considerazioni fatte a braccio, rispondendo alle domande dei giornalisti sull’aereo papale. Come quando, di ritorno dal viaggio apostolico in Polonia, mise sullo stesso piano la violenza dei fondamentalisti musulmani con quella di chi in Italia, paese cattolico, uccide la fidanzata o la suocera. Il fatto è che il papa ha conosciuto l’Islam tramite un bravo iman di Buenos Aires…".
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Un punto su cui padre Samir insiste è l'islamizzazione crescente, secondo i canoni imposti dall'Arabia Saudita, non di frange estremiste ma della popolazione egiziana nel suo insieme.
Ne sono conferma i dati raccolti due anni fa dal Pew Research Center di Washington.
Da un'indagine a tappeto in numerosi paesi musulmani risulta infatti che l'Egitto è tra quelli più inclini al radicalismo.
Il 75 per cento della popolazione egiziana ritiene che la sharia – cioè la normativa ricavata dal Corano e dalla sunna – è parola di Dio rivelata.
Il 74 per cento vuole che la sharia sia legge dello Stato.
Il 74 per cento vuole che la sharia sia applicata non solo ai musulmani ma anche ai non musulmani.
Il 95 per cento vuole che siano giudici religiosi a decidere in dispute sulla famiglia e la proprietà.
Il 70 per cento è a favore di pene corporali per punire crimini come il furto.
L'81 per cento è a favore della lapidazione di chi compie adulterio.
L'86 per cento è a favore della pena di morte per chi abbandona l'islam.

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/04/27/legitto-di-papa-francesco-tra-realta-e-fantasia/

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