Santa Veronica Giuliani. Il risveglio di un “gigante” - Pier Paolo M. Scalco

«Un gigante di santità». È questo il titolo del film-documentario su santa Veronica Giuliani, un segno tra tanti del rinnovato interesse che sta circondando questa Santa.
Santa Veronica Giuliani è certamente una delle più straordinarie figlie di santa Chiara d’Assisi. Nata a Mercatello sul Metauro il 27 dicembre 1660, diciassettenne si fa Clarissa cappuccina nel Monastero di Città di Castello, dove muore il 9 luglio 1727. Nella sua vita monastica ha ricoperto i più svariati uffici, come quelli di cuoca, infermiera, maestra delle Novizie e Badessa. Ma non è tanto l’ufficio da lei ricoperto in Monastero a renderla così importante, bensì la straordinaria santità da lei raggiunta nel vivere fedelmente la sua vocazione religiosa.

Il fine di ogni persona creata è quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, ed è chiaro come tutto ciò sia particolarmente agevolato dalla vita religiosa, che per questo è da considerarsi, ed è veramente, una predilezione da parte di Dio nei confronti di quelle anime che vi sono chiamate. Ebbene santa Veronica ha saputo sfruttare al massimo tutti gli aiuti che la vita consacrata le forniva per raggiungere il fine per cui è stata creata, e il risultato è stato quello di essere divenuta una delle più grandi Sante che siano mai esistite, a tal punto che Papa Leone XIII ebbe a dire: «Nessuna creatura umana, tranne la Madre di Dio, fu ornata più di lei di doni soprannaturali»; e il beato Pio IX la definì «non una santa, ma un gigante di santità».
Santa Veronica ha portato impresse nel suo corpo le stigmate dal 5 aprile 1697 sino alla morte, ossia per più di 30 anni, come una sorta di “Padre Pio al femminile”. In un disegno rappresentò alcuni simboli della Passione di Cristo, che lei diceva di avere all’interno del cuore. Alla sua morte, l’autopsia constatò che il cuore era «trafitto da parte a parte», e che sulle pareti ventricolari vi erano i segni da lei tratteggiati nel disegno.
La divina Provvidenza non ha voluto che una creatura così eccezionale passasse su questa terra senza lasciare ai fratelli d’esilio un riflesso della sua santità, come aiuto e incoraggiamento al nostro faticoso cammino verso la Patria beata, ed è per questo che Dio, per mezzo dei suoi rappresentanti, ordinò a santa Veronica di lasciare per iscritto tutta la sua esperienza spirituale. Il risultato fu un Diario scritto di getto in 22.000 pagine, in nessuna delle quali compaiono correzioni o cancellature, ed è per il molto tempo preso dall’esame dei suoi scritti che la causa di beatificazione fu avviata solo nell’aprile del 1796 da Pio VI, mentre la beatificazione vera e propria fu celebrata in San Pietro nel giugno 1804 da Papa Pio VII. Santa Veronica sarà infine canonizzata il 26 maggio 1839 da Papa Gregorio XVI.
Vorrei far notare come la causa di beatificazione fu portata avanti durante il periodo dell’invasione della Francia rivoluzionaria in Italia, e delle conseguenti guerre e stragi che hanno continuamente insanguinato tutta la Penisola italiana dal 1796 al 1814. Ci basti pensare poi che i due Papi appena citati hanno passato buona parte del loro pontificato in prigionia, il primo dei quali morendovi. Ma non è certamente un caso che, in quei frangenti così difficili, dove, umanamente parlando, i problemi sembravano ben altri, i Romani Pontefici abbiano invece dedicato tempo ed energie nel portare avanti la beatificazione di questa Santa. I mali che la Rivoluzione francese stava disseminando (illuminismo, razionalismo, falso concetto di libertà, lotta alla Religione e alle autorità legittime, ecc.) trovano infatti in santa Veronica una risposta di altissimo livello, una risposta valida tuttora, perché la cultura di oggi e le conseguenti strutture sociali, nella loro decadenza, sono proprio figlie di quella Rivoluzione.
Si sa che Dio “manda” i Santi sulla terra proprio quando ce n’è più bisogno, e li prepara ad hoc per i problemi che ci sono da affrontare e risolvere. Allo stesso modo, in determinati momenti della storia, la Provvidenza suscita nella Chiesa un rinnovato slancio nella devozione ad alcune figure di Santi del passato, proprio perché aveva già posto in esse i rimedi e gli antidoti per i mali futuri.
È così che nel 1980, le Conferenze episcopali dell’Umbria e delle Marche chiedono ufficialmente alla Santa Sede di riconoscere a santa Veronica Giuliani il titolo di Dottore della Chiesa, affinché il suo insegnamento, contenuto nei suoi scritti, per l’autorità della Chiesa sia posto alla speciale attenzione dei Cattolici di tutto il mondo. Questa grazia non è stata ancora concessa, anche se Benedetto XVI, da Cardinale, si espresse favorevolmente ad essa. A dire del Cardinal Ratzinger, un passo importante per il raggiungimento di tale concessione, è la diffusione internazionale dei suoi scritti, dei quali però, a quanto pare, non esiste ancora una traduzione completa in nessuna lingua, e quindi, il diario completo lo si può leggere solo in italiano. Preghiamo che il Signore susciti gli uomini e le risorse necessarie per far sì che il diario di questa grande Santa possa essere presto letto in tutte le principali lingue del mondo.
A 290 anni dalla morte di santa Veronica (1727-2017), si può comunque constatare come un rinnovato interesse la stia riportando all’attenzione del mondo cattolico. Un interesse tradottosi non solo nella produzione di libri, ma anche nella costruzione di Santuari, nella nascita di Associazioni di fedeli che si dedicano a diffonderne la conoscenza e devozione (fra tutte ricordiamo l’Associazione Mariana Amici di Santa Veronica Giuliani), e addirittura nella produzione di film. Mi riferisco al film-documentario Il risveglio di un gigante, vita di santa veronica Giuliani, realizzato dalla casa di produzione Sine Sole Cinema, e diretto dai registi Giovanni Ziberna e Valeria Baldan. L’autore di questo articolo, che già conosce la biografia della Santa, ha visto il film e, dopo essersi confrontato con numerosi altri spettatori (laici, Sacerdoti e Religiosi), ritiene che esso sia un qualcosa di veramente unico. Nei film sui Santi, la loro vita, le loro virtù, la loro esperienza soprannaturale vengono troppo spesso annacquate, adattate e addirittura negate. Non così in questo film: questa è la vita di una grande Santa non inquinata con le aggiunte di persone che oggi non riescono più a capire la santità; è la sua dottrina così come da lei esposta, non modificata per cercare di adattarla allo sbandamento dei contemporanei; è il Vangelo puro, quello dei Santi, che tutti noi fedeli, Sacerdoti e Religiosi compresi, abbiamo sempre più bisogno di tornare a conoscere e a vivere.
La Provvidenza divina ci sta evidentemente additando in modo così eccezionale questa Santa perché essa ci reinsegni la dottrina della Croce, che è dottrina di “espiazione”, di “penitenza”, di “sofferenza per la salvezza delle anime”, tutti concetti che da qualche decennio sono stati banditi non solo dalla società contemporanea, ma anche da molti che pur si dicono cristiani. Ed ecco che allora l’uomo contemporaneo si ritrova con molti “perché” ai quali improvvisamente non sa più rispondere: il perché del dolore e della morte; il perché si ha il dovere di amare e adorare Dio sopra tutte le cose; il perché della gravità del peccato; il perché della possibilità di perdere la propria anima nell’inferno, e così via. Molti battezzati oggi ricorrono ad altre religioni e filosofie per trovare una risposta al senso della vita, alla loro sete di Dio, e questo perché, non conoscendo davvero l’unica vera Fede, quella Cattolica, la trovano carente, insufficiente e contraddittoria. In santa Veronica, nella sua vita e nei suoi scritti, si ritrovano tutte le verità della nostra Fede nella loro piena armonia, sono toccate tutte le realtà umane e soprannaturali da cui siamo circondati, e si ha quindi accesso ad una sorgente pura a cui poter ricorrere in piena sicurezza per soddisfare la nostra sete di Dio.
[Fonte: Il Settimanale di P. Pio, n.12, marzo 2017]

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2017/03/santa-veronica-giuliani-il-risveglio-di.html

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