Danilo Quinto. Moriremo tutti protestantizzati?

In tempi di protestantizzazione della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, non ci sono altre strade da praticare se non quelle della preghiera e della lettura di pagine che possano rincuorare e, fondamentalmente, rinsaldare la fede nell’unico Dio che salva, quello cattolico.
Diceva il Papa il 26 giugno 2016, tornando in aereo dal suo viaggio in Armenia: «Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore (…). Lui ha fatto una “medicina” per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di cose, in una disciplina, in un modo di credere, in un modo di fare, in modo liturgico. Ma non era lui solo: c’era Zwingli, c’era Calvino… (…)».

Il riformatore che ha fatto una medicina per la Chiesa diceva di Gesù Cristo: «Commise adulterio prima di tutto con la donna che incontrò al pozzo di Giacobbe, di cui san Giovanni scrisse:
"In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: "Che desideri", o "Perché parli con lei"? Dopo di lei fu la volta di Maria Maddalena, e poi venne la donna colta in flagrante adulterio che Cristo congedò così gentilmente. Quindi, anche Cristo, pur essendo così retto, si è reso colpevole di fornicazione prima di morire».
Non è obbligatorio che il Papa conosca gli scritti di Lutero. Quello che per lui dovrebbe essere obbligatorio, pena il venir meno del suo compito primario – custodire il deposito della fede, così com’è stata tramandato – è di dire la Verità e di non fabbricarne una nuova. Certo, in questo sforzo – che in realtà è l’opera più bella da svolgere, quella di tentare di salvare le anime dall’Inferno - leggere gli scritti di coloro che nei secoli passati hanno studiato la cosiddetta riforma luterana, può aiutare ad aumentare la comprensione. Ci riferiamo soprattutto ai Santi. Gli scritti di molti di loro potrebbero essere fonte cristallina per omelie, catechesi, saluti, risposte alle domande dei giornalisti, perfino encicliche. Altro che don Antonio Spadaro  o Víctor Manuel Fernández.
Un esempio. Il 2 luglio 1619, San Francesco di Sales, uno dei più grandi maestri di spiritualità degli ultimi secoli, che si formò alla cultura classica e filosofica alla scuola dei Gesuiti – quelli del XVI secolo – in una delle sue Lettere ai laici, si rivolge a un signore e scrive:
«Ѐ verissimo che la Sacra Scrittura contiene con molta chiarezza la dottrina necessaria alla salvezza; non ho mai pensato il contrario. Ѐ vero anche che è un ottimo metodo interpretare la Scrittura confrontando un passo con l’altro e ridurre tutto all’analogia della fede: anche questo l’ho sempre ammesso. Ma credo certissimamente e affermo che, nonostante la meravigliosa e nobile chiarezza della Scrittura nelle cose necessarie alla salvezza, lo spirito umano non trova sempre il vero senso di essa, anzi può errare e difatti spesso erra nell’interpretare i passi anche più chiari e più necessari alla fede».
A chi si ferisce Francesco di Sales? A coloro che secondo Papa Francesco hanno fatto una medicina per la Chiesa fondata da Gesù Cristo. Aggiunge, infatti:
 «Lo provano gli errori e i libri dei padri della sedicente riforma; luterani e calvinisti, che rimangono in un dissenso inconciliabile riguardo all’interpretazione delle parole dell’Ultima Cena; e vantandosi sia l’una che l’altra setta di avere diligentemente e con fedeltà «esaminato il senso di quelle parole, concordandole con altre della Scrittura e applicandovi l’analogia della fede, nondimeno rimangono opposte riguardo a parole così importanti».
I Santi vivevano nella Verità, come vuole Gesù Cristo e la diffondevano. Non la occultavano per inseguire mete mondane, perché sapevano che lo spirito del mondo è nemico della Verità. Spiegava Francesco di Sales:
«La Scrittura di per sé è chiara nelle parole; ma lo spirito umano è oscuro e come una civetta non può vedere la chiarezza. Il metodo menzionato è buonissimo, ma l’uomo non sa usarlo. Ѐ lo spirito di Dio, signore, che ci ha dato la Scrittura ed è il medesimo spirito che ne dà il vero significato, e lo dà solo alla Sua Chiesa, “colonna e fondamento di verità” (1 Tim. 3, 15). Col ministero della Chiesa il divino Spirito custodisce la verità, cioè il vero senso della Sua Parola, attraverso i secoli».
Dopo quattro secoli, la Chiesa, colonna e fondamento di verità, sta vacillando, bombardata ogni giorno dalle forze esterne, che le sono nemiche ed hanno l’obiettivo di distruggerla, in piena sintonia d’intenti con un’ampia parte delle sue forze interne, che mostrano di non voler più insegnare il bene e il male secondo lo Spirito di Dio. Ma ci sarà sempre qualcuno che combatterà questo fumo di Satana, perché – così come concludeva Francesco di Sales, «soltanto la Chiesa ha l’infallibile assistenza dello Spirito di verità per trovare infallibilmente la verità nelle parole di Dio. Chi cerca questa verità fuori della Chiesa che ne è la custode, non la troverà mai. E chi vuole sapere in altro modo che per il ministero della Chiesa, invece della verità sposerà la vanità, e invece della sicura chiarezza della Parola sacra seguirà le illusioni di quel falso angelo che “si trasfigura in angelo di luce” (2 Cor. 11, 14). Così fecero gli eretici, i quali tutti pretesero di intender meglio la Scrittura e di voler riformare la Chiesa cercando la verità fuori di lei».
 

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