La secolarizzazione della fede

domenica 20 novembre 2016

La secolarizzazione della fede, possonno altresi farci riflettere perchè non siamo intervenuti alle prime crepe e pian piano siano rimaste solo macerie...

Su un "social" circolano le foto in sequenza della totale distruzione, a causa delle ripetute scosse di terremoto ,  della chiesa medioevale di Santa Maria in Pantano che  sorgeva nel territorio comunale di Montegallo ai piedi dei Monti Sibillini sotto l’imponente mole del piagato Monte Vettore .
Un giovane, seguito poi da altri, ne ha tratto una sana pedagogia spirituale raffrontando quelle progressive, rovinose crepe con la situazione della nostra vita spirituale sottoposta alle continue scosse dei  terremoti esterni ed interni la Chiesa.

Consola constatare che  fra i  giovani si stanno spontaneamente formando delle "sacche di resistenza spirituale" che puntellano i muri della fede lesionati dal martellamento continuo  dei massmedia, anche cattolici, che vogliono  adulterare la nostra fede spacciandola esclusivamente e orizzontalmente per un umano impegno "sociale", privandola cioè  di quella vitale, indispensabile  ascesa verticale verso l'Alto,  .
Vediamo l'aumento delle "roccaforti fedeli" anche all'interno dei  gruppi "carismatici" avvertendone il buon profumo cattolico .
Lo Spirito Santo in questi difficilissimi giorni ci fa riflettere sulle " crepe della nostra vita e solo attraverso di esse Cristo può entrare in noi e farci rinascere".  
Ne traiamo un'attenta riflessione spirituale per i giorni che ci separano dall'Avvento .
AC 
*** 
"Queste stesse foto potrebbero rappresentare la secolarizzazione della fede: possono altresi farci riflettere perchè non siamo intervenuti alle prime crepe e pian piano siano rimaste solo macerie..." 
"Queste foto sono la perfetta immagine di quello che è accaduto e sta accadendo anche sul
piano spirituale.. è così lampante la corrispondenza..." 
"Guardando questa sequenza fotografica il primo pensiero è quello che le foto stesse evidenziano: il susseguirsi delle scosse sismiche che hanno progressivamente distrutto ciò che all'inizio avevano solo lesionato e, continuando, distruggeranno ancora molto. Il secondo pensiero non è espressamente indicato dalle foto ma viene spontaneo: con questo terremoto andranno irrimediabilmente perdute decine di piccole chiese, cappelle e pievi che caratterizzavano le nostre montagne. 
Probabilmente non saranno mai più recuperate o ricostruite sia per la mancanza di fondi sia soprattutto per la mancanza di interesse (a meno che non abbiano un evidente valore artistico). 
È impressionante e triste al tempo stesso pensare che queste chiese sono state costruite dalla fede semplice e dalla generosità profonda delle generazioni che ci hanno preceduto e per le quali era normale partecipare alla Messa, alzarsi presto e fare chilometri a piedi e in salita pur di poterci andare. 
Oggi non è più così, abbiamo molti più mezzi ma anche molta meno fede e diverse di queste chiese erano già state abbandonate prima del terremoto ma almeno rimanevano come memoria storica, segno della fede e forse anche della speranza di un futuro riutilizzo". 
 

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